La manifestazione da piazza Vittorio all’Esquilino a piazza dei Sanniti a San Lorenzo è stata la prima risposta della sinistra romana contro la «Mafia Capitale». Ieri in piazza non c’era il Pd, travolto dall’inchiesta sul «mondo di mezzo» di Carminati e Buzzi, nè l’espressione delle sinistre partitiche, ma la «rete per il diritto alla città», una coalizione formata da centri sociali, comitati territoriali come la «Libera Repubblica di San Lorenzo» che oggi lotta contro la speculazione dell’ex Dogana, o «Deliberiamo Roma» che ha presentato cinque delibere popolari in Campidoglio. C’erano anche esperienze di mutuo soccorso come i «gruppi di allaccio popolare», un movimento che nella capitale aiuta le famiglie precarie o disoccupate colpite dai distacchi idrici ordinati da Acea ad affermare il diritto umano all’acqua. Contro la pratica della caccia ai morosi per necessità la giunta guidata da Ignazio Marino si è espressa contro già l’anno scorso, ma non ha fatto nulla. «Sembra più impegnata a pianificare la vendita del poco di comune che resta in questa città: servizi, patrimonio da consegnare ai poteri finanziari» sostengono gli attivisti. La speculazione edilizia e la vendita del patrimonio pubblic, rappresentano l’altra faccia di una politica che ha speculato sulla «nuda vita» dei poveri, profughi e rom. In questo contesto la giunta Marino è bloccata dai vincoli di bilancio del «Salva Roma». Per la Rete «porterà a ulteriori sacrifici, licenziamenti, precarietà, sfratti e sgomberi». L’alternativa sta nelle «esperienze di autogestione, autorganizzazione e autogoverno» di cui la Capitale è ricchissima. Nell’ultimo anno, numerosi sgomberi le hanno bersagliate, a cominciare dalle occupazioni abitative, poi il Cinema America, il Volturno o il sequestro parziale dell’Angelo Mai. In compenso, ieri al Pigneto, il collettivo «Hierba Mala» ha realizzato una nuova occupazione al Pigneto. Ieri in corteo c’era anche Nunzio D’Erme, storico portavoce dei movimenti, dopo settimane ai domiciliari. Nel frattempo la nona sezione penale del tribunale di Roma ieri ha rimesso in libertà i quattro attivisti del movimento per il diritto all’abitare arrestati ieri dopo lo sgombero di un edificio in via Cesalpino. A uno di loro è stato dato l’obbligo di firma.