Quando Roger Federer a inizio anno aveva annunciato il suo ritorno sulla terra rossa parigina del Roland Garros, dopo quattro anni sabbatici (e su quella di Madrid e Roma), in pochi avrebbero pronosticato il raggiungimento di una semifinale, per di più contro Rafa Nadal. Ma dopo il sorteggio e la composizione del tabellone, la più rosea delle aspettative si è trasformata, quanto meno, in una concreta possibilità.
I due campioni hanno avuto in sorte un torneo morbido che li ha trasportati nei quarti praticamente con le infradito ai piedi. Per lo spagnolo anche l’accesso in semifinale è stato agevole, complice un Kei Nishikori al solito logoro quando gli capita di raggiungere la seconda settimana di gioco. Per Federer, la situazione si è dimostrata più complessa, perché affrontare Stan Wawrinka non è mai semplice a dispetto di un confronto diretto che ha visto lo svizzero più famoso prevalere ventitré volte a fronte di tre sconfitte, l’ultima delle quali proprio a Parigi 2015.

WAWRINKA ha dovuto spendere tanto nel precedente turno (il miglior match dell’intera competizione), quando per sconfiggere il greco Stefanos Tsitsipas ha impiegato cinque ore abbondanti. Nonostante la fatica fisica e mentale, Wawrinka si è presentato in campo mettendo in mostra il suo gioco potente e spettacolare. Così ne sono uscite tre ore e mezza di gran tennis, dove Federer, pur sprecando sedici delle diciotto palle break avute a sua disposizione, ha prevalso vincendo i punti decisivi di due tiebreak e riuscendo ad allungare solo nel finale del quarto set.

E ora il nuovo capitolo di una storia che naturalmente non si è basata solo sui confronti diretti ma che su di essi ha costruito parte di quella che può essere definita una vera e propria epica sportiva. Ventitré a quindici le vittorie a favore dello spagnolo, ma gli ultimi cinque match se li è aggiudicati lo svizzero. Prevarrà la forza di Nadal che sulla terra rossa sembra intoccabile (cinque a zero l’impietoso verdetto a Parigi) o la ritrovata vena di Federer che forse non è tornato a Parigi solo per non starsene a casa ad addormentare gemelline e gemellini?