Gli occhiali tondi, lo sguardo malandrino da scugnizzo. Rocco Hunt, classe 1994, è da tre anni una stella fissa del rap campano in una mescolanza di generi che alle ritmiche hip hop accosta il pop e più di qualche timida concessione alla tradizione melodica napoletana. Il ragazzo – che dopo l’apparizione in gara a Sanremo con Wake up ha pubblicato SignorHuntSpecial edition, ovvero la riedizione del disco uscito in autunno ma con l’aggiunta di ben nove nuove tracce, non ha dimenticato le origini: arriva dalle case popolari della Zona orientale di Salerno, e conosce molto bene la difficile realtà della periferia. «Raccontare storie, non semplicemente rappare, è stata un po’ la mia ambizione sin da bambino. E poi me l’ha fatto notare anche la gente a cui piaceva il modo in cui rappresentavo la realtà».

Wake Up, un beat tra i pochi a infiammare la platea sanremese, parla di giovani generazioni che lo stipendio non lo vedono proprio e che ’moriranno con la partita Iva’. «Sono consapevole delle difficoltà per me e i miei coetanei di costruirci un futuro. Io sono stato fortunato perché ho trovato nella musica una mia strada. E so che se si rivolgono a me non è per merito mio, ma per demerito delle istituzioni…». Cultura di strada e proprietà di linguaggio, l’ep d’esordio Spiraglio di periferia (2011) lo rivela anche al di fuori dell’ambito campano, e da lì è un lunga scorribanda su 90 palchi, rappando dal vivo con colleghi come Ensi, Noyz Narcos, Salmo, Clementino, fino all’esplosione di Poeta urbano (2013) che segna il suo ingresso in una major, la SonyMusic, completata nel 2014 con la vittoria a Sanremo Giovani con Nu juorno buono.

Lo stesso anno anche un libro, scritto a quattro mani con Federico Vacalepre Il sole tra i palazzi: «È stata un’esperienza diversa, ho voluto accanto a me Federico molto a più a suo agio con le parole scritte di quanto lo sia io. Con lui sono riuscito a mettere su carta le mie idee, la mia storia. Far capire chi sono e da dove vengo, è stato il mio spiraglio di periferia, il mio sole tra i palazzi».

Enzo Avitabile è tra gli ospiti di punta del nuovo album: «L’ho conosciuto perché il mio barbiere è un suo grande fan. Enzo è la storia della musica napoletana, mi sono presentato e da lì è nata una sorta di amore e supporto. Come uno scambio, lui ha preso un po’ del mio e io mi sono preso tantissimo dalla sua arte, dal suo bagaglio culturale».