Un tour e un album per Roberto Cacciapaglia. Un lavoro nuovo di zecca – dal titolo Diapason (Believe Distribution Service), registrato agli Abbey Road Studios con la collaborazione della Royal Philarmonic Orchestra e anticipato dal video di Frequency of Love e da Innocence, brano composto su testo del poeta visionario inglese William Blake. Altre due composizioni, A gift e The morning is born tonight, hanno i testi di Gandhi e di Martin Luther King quasi a voler indirizzare una linea di pensiero militante e civile che il musicista milanese ha sempre evidenziato nella sua produzione, anche in progetti all’apparenza divergenti ed esemplificati nella multimedialità di Un giorno X, nell’originalissima rilettura di Angelus Rock fino al grande successo di Tree of Life, che è stata la colonna sonra di Expo 2015.

COMPOSITORE e pianista, è protagonista della scena musicale internazionale più innovativa per la sua musica che integra tradizione classica e sperimentazione elettronica: «Mi piace suonare e sperimentare sia in studio sia dal vivo. Non ho una dimensione precisa con la quale misurarmi. Osservo il tutto che ci circonda e cerco con la mia musica e con l’aiuto dell’elettronica e di sofisticati sotfware di catturare e trasformare lo spazio in puro suono». «Ho avuto buoni maestri. Bruno Bettinelli nella composizione che si lamentava con mia madre perché mi decidessi a suonare seriamente e non a fare rock. Pietro Grossi a Pisa con le prime sperimentazioni elettroniche. Ricordo fughe di Bach fatte suonare al contrario». Già precocissimo sperimentatore negli anni ’70, tra i primi a suonare il sintetizzatore VCS3 e leggendaria è la sua collaborazione in Pollution di Franco Battiato, fiancheggiatore della «kosmische musik», Cacciapaglia nel corso degli anni ha saputo costruire intorno ai suoi dischi una singolare ed innovativa poetica che lo vede anticipare suggestioni e temi di forte connotazione sociale, filosofica e scientifica: «l’avanguardia allora raccoglieva quello che arrivava prima, oggi è la simultaneità a dettare le regole». Se ci sono. «Uso il pianoforte come fosse un buco nero, vi immetto dei suoni che da rumore una volta entrati nella cassa armonica diventano musica». «Si può dire che da Sonanze a Diapason non abbia mai smesso di lavorare intorno all’evoluzione del suono nel tempo e nello spazio».

«QUESTA ricerca ha a che fare anche con il passaggio epocale dall’analogico al digitale. L’avvento dei computer» – conclude il compositore – «ha aperto uno spazio davanti al quale non possiamo che avventurarci. Mentre, se dovessi fare un paragone l’ascolto in vinile ci dà solo il senso di uno scorrimento del tempo». Il tour di Roberto Cacciapaglia prosegue a febbraio con date a Ivrea (4), Biella (5), Bologna (14) e a marzo Pesaro (9), Verona (11) Ascoli Piceno (16), Milano (19), Breno (Bs) (22), Perugia (26), Roma (27), Torino (29).