Tratto da un podcast interpretato da Katherine Keener e Oscar Isaacs, Homecoming è immerso in una nebbia di strana, calma, paranoica. Una versione più vellutata, lineare, di quella che attraversa, come una scarica elettrica, Mr. Robot. Le due serie sono accomunate dal tocco di Sam Esmail, creatore dell’hacker Elliot Alderson e qui regista di tutti i dieci episodi dell’adattamento del radio play per internet scritto da Eli Horowitz e Micah Bloomberg (che firmano anche la nuova produzione Amazon). Julia Roberts debutta nel formato «a puntate» con il ruolo di Heidi, elegante, introversa, counselor in un centro di riabilitazione per veterani appaltato a una misteriosa corporation; e, qualche anno dopo, cameriera in un coffee shop della Florida, con un inspiegabile vuoto di memoria.

OLTRE A ESSERE il nome del Centro, il «ritorno a casa» del titolo ha infatti una valenza doppia: quello dei soldati stregati dai ricordi del fronte, ma anche quello di Heidi che ha abbandonato la sua patinata carriera corporate, e gli asettici corridoi climatizzati, per rientrare a vivere con sua madre (Sissy Spacek) e servire caffè lungo e patate fritte.
L’incontro dei due mondi si snoda attraverso le lunghe conversazioni tra la counselor e un giovane veterano, Walter Cruz (Stephan James). Intorno a loro, come due satelliti opposti, lo sfuggente, logorroico boss di Heidi (Bobby Cannavale) e uno stropicciato investigatore del dipartimento della difesa (Shea Whigham) che ricorda il tenente Colombo e che è incuriosito da strane coincidenze legate all’attività dell’Homecoming e della corporation ombrello.

Esmail sfoggia citazioni cinematografiche «alte» – le panoramiche di scrivanie de Il processo di Kafka rivisto da Orson Welles, riprese in pianta tra De Palma e Hitchcock, un formato del fotogramma diverso per i due diversi momenti temporali in cui ci racconta la storia, lunghe scene in split screen.

ALL’INIZIO la serie sembra inutilmente pretenziosa, claustrofobica. Ma, con il progredire degli episodi, Esmail dosa abilmente le rivelazioni a forza di indizi (una lunga sequenza iniziale, nel terzo episodio, strettissima, sulla fabbricazione di strane pillole rosse), false piste (la fuga temporanea di Walter e di un compagno d’armi in cui sembra che il Centro sia una fabbricazione totale e sinistra) e set up fantasiosamente elaborati (la visita dell’investigatore alla sede della corporation, una delle telefonate tra Heidi e il boss durante un compleanno di bambini…), così il tutto diventa piuttosto avvincente.