Quando, nel terzo secolo a.C., il poeta Ennio portò per la prima volta sulle scene romane la storia di Medea, su quel palcoscenico provvisorio (il primo teatro in pietra, quello di Pompeo, fu costruito solo molto dopo) la maga della Colchide, rivolgendosi al coro di donne di Corinto come nel modello euripideo, le chiamava matronae e optumates, e parlava loro usando concetti tipici della mentalità romana (la patria, il vincolo del matrimonio, il ruolo della donna, i temi del destino e della libertà individuale). Quel racconto lontano rinasceva a Roma, ne assorbiva la cultura per trarne nuova linfa. È quello...