Distribuite con un mese di ritardo le deleghe, ora ripartono i tavoli di crisi al ministero dello sviluppo. In attesa della fantomatica «task force» che dovrebbe trovare investitori privati interessati a salvare aziende in difficoltà, oggi si terrà la manifestazione dei lavoratori ex Embraco e Acc di Belluno che dovrebbero fondersi in Italcomp, il polo italiano dei compressori. Per i 400 lavoratori della fabbrica torinese siamo a soli quattro giorni dal licenziamento, per i 400 veneti lo spettro del fallimento.
La scorsa settimana il ministero Giancarlo Giorgetti aveva incontrato i due presidenti di regione coinvolti – Cirio per il Piemonte e Zaia per il Veneto – cogliendo anche loro di sorpresa. Per evitare il naufragio del salvataggio già imbastito serviva fare in fretta e invece Giorgetti aveva parlato di modello Corneliani e di compagine a prevalenza privata, coerente con le linee guida illustrate al parlamento – «libertà totale di impresa».
Per fortuna ora le cose paiono essere cambiate. La viceministra Alessandra Todde ha convocato il tavolo per venerdì e tornerà al piano originario con l’uso del fondo di Invitalia – e dunque fondi pubblici – per coprire il 70% delle risorse necessarie per la nascita di Italcomp. La convocazione del tavolo – chiesto dai sindacati da settimane – è arrivata ieri pomeriggio quando i lavoratori erano già in viaggio per scendere a Roma questa mattina. La manifestazione dunque si terrà comunque, sebbene in un clima più speranzoso e con la viceministra Todde che potrebbe incontrare i lavoratori per spiegare la situazione e le prospettive del tavolo di venerdì.
«Questa inerzia sta ammazzando due fabbriche, di due diversi territori – denuncia la Fiom – . Italcomp è stato presentato in due Prefetture, a Belluno e a Torino, plaudito come un progetto ambizioso, di buona politica industriale, dopo un lungo lavoro di confronto con le parti sociali. Dopo il cambio di governo, osservavamo soltanto silenzio. Se questo progetto è potuto partire ed è arrivato al punto in cui si trova è grazie alla tenacia di tutti quei lavoratori che hanno tenuto in vita la fabbrica, credendo ostinatamente nella possibilità di tornare a produrre e lavorare. Per questo alle 10 saremo sotto al Mise con i lavoratori di Embraco e Acc Wanbao», dichiarano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e Claudia Ferri, coordinatrice elettrodomestici.
«Abbiamo appreso della convocazione del giorno 23, ma domattina due delegazioni di lavoratori della Embraco di Torino e della Acc di Belluno verranno a Roma per manifestare – dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile dei settori auto ed elettrodomestici – per chiedere la prosecuzione del progetto Italcomp, che prevede l’impegno diretto del pubblico, in sinergia con privati, per la costituzione di un polo di componentistica per elettrodomestici. Da quando ci è stato l’insediamento del nuovo governo, si è accumulato un ritardo gravissimo che espone a forte rischio a causa delle difficoltà di liquidità entrambe le fabbriche. Non intendiamo disdire la manifestazione – chiude Ficco – ma apprendiamo con piacere che finalmente è arrivata la convocazione».
Gli altri tavoli convocati ieri da Todde sono: giovedì 22 Dema, il 26 aprile Blutec e Sider Alloys;il 27 Treofan; il 28 Whirpool, il 29 Elica e Industria italiana Autobus.