In un Paese dove il leghista Gianluca Buonanno definisce, in televisione, i rom feccia dell’umanità, c’è molto da fare. Troppo. Senza parlare delle leggi per l’accesso alla cittadinanza italiana. Chi ha un minimo di memoria riconosce questa fase storica come un vecchio film, in cui i problemi sociali sono causati dai soggetti più deboli, in cui la vittima predestinato è l’Altro. Ma come può essere Altro chi è cresciuto e istruito nelle medesime istituzioni?

Così, se risulterebbe arduo sottoporre Derrida a Buonanno, non lo è coinvolgere i «nuovi italiani» in un dialogo partecipativo sulle forme d’identità multiculturali. Per il terzo anno, l’associazione senza fini di lucro ICEI (Istituto Cooperazione Economica Internazionale) e il Comune di Milano organizzano, dal 25 al 28 marzo, il festival riGenerazioni, una serie di appuntamenti per dare voce alle cosiddette seconde generazioni e riflettere su cosa significhi nascere in Italia da genitori stranieri. Un modo per sensibilizzare alla coesione impiegando canali come l’hip hop, fumetto, cinema, danza, skate e un concorso video. Quest’ultimo dedicato a ragazzi compresi fra 16 e 22 anni.

Nel programma viene segnalata l’esibizione alla Fabbrica del Vapore dei rapper Mistaman e dei siciliani Johnny Marsiglia & Big Joe, dell’etichetta Unlimited Struggle, mercoledì 25. Al cinema Mic, giovedì, verranno trasmessi i filmati della Milano degli anni ’60, dove l’immigrazione veniva dal sud Italia, per poi confrontarsi con lo scrittore nato a Busto Arsizio ma di origini angolane, Antonio Dikele Distefano. Venerdì alla Biblioteca di Baggio (via Pistoia, 10) incontro con il rapper Zanko El Arabe Blanko e proiezione di cortometraggi del Festival del Cinema Africano, in collaborazione con Shareradio e CinemAperto. Sabato un laboratorio tenuto nell’ambito del progetto Comix4Equality, diretto dal fumettista Twenty_one Avenue (nome d’arte di Riccardo Rossi), con una prima parte di gioco sui temi migrazione e razzismo, la seconda incentrata sulla realizzazione di fumetti originali.

In diversi punti della città ci saranno dei flash-mob di danza del coreografo Riccardo Olivier con l’idea di dare vita a una performance che comprenda e rappresenti tutte le individualità dei ragazzi che partecipano e, allo stesso tempo, di costruire una nuova identità di gruppo che esprima l’idea di contaminazione e condivisione. Insomma, avvisate Buonanno.