Salvi! (Safarà editore, pp. 141, euro 16,50) è un volume a più voci a cura di Valentina Sonzogni che percorre il sentiero prefigurato nel sottotitolo: animali, rifugi e libertà. Nell’esclamazione sta la cifra di questo breve e ben riuscito esperimento da leggersi come sollievo e augurio di trasformazione. Quando infatti gli animali non umani smettono di essere oggetto di sfruttamento, reddito o macabro gingillo, si avvia un discorso che ha il sapore morale, ed etico, di un reinserimento nel mondo. E se fino a poco tempo fa, rammenta Sonzogni nell’introduzione, quando si liberavano gli animali dalle angherie di circhi, zoo, sperimentazioni o altri fini legati al loro sfruttamento e schiavitù, comparivano attivisti e attiviste a volto coperto ora la situazione è cambiata.

Detto questo, la lotta per i diritti animali percorre strade diverse e articolate ma è pur vero che osservare la crescita e diffusione dei santuari (chiamati in questo modo dal Farm Sanctuary, primo rifugio sorto negli Stati Uniti nel 1986) che non hanno niente di sacro né di esotico ma rappresentano un riparo. Si tratta, come segnala Leonardo Caffo nella postfazione, di «un terzo paesaggio che riempie un vuoto, sovverte l’economia, azzera la posizione umana. Dunque non siamo più noi che li vediamo lavorare per noi, ma noi lavoriamo per loro: tutto è ribaltato, tutto cambia».

A essere perlustrati sono quindi i rifugi e cosiddetti santuari animali, esperienze che in Italia hanno nomi e luoghi precisi di riferimento. Sfogliare Salvi! è dunque l’occasione di puntellare una geografia alla scoperta di oasi che da Palermo a Udine, passando per Roma, Viterbo, Rieti, Reggio Emilia, Arezzo, Pisa e Milano, hanno scommesso su un ripensamento della relazione con gli animali.

L’intelligenza empatica che pervade le scelte attuate dal Parco di Craviglia in Toscana, unico sul territorio per aver dismesso lo zoo e aver deciso di diventare santuario per gli animali, è un caso certo eclatante che tuttavia si accompagna al Centro de Regionale Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, Ippoasi – Fattoria della pace, Porcikomondi, The greenplace, il Parco dell’Abatino, la rete dei Snatuari di Animali Liberi, il Progetto Quasi, e ancora La collina dei cavalli e il rifugio di Torreano. Di ciascuno di questi spazi il libro restituisce un’intervista, qualcosa in più di una semplice cronaca, si concentra invece sul progetto antispecista, affettivo e responsabile, di una contronarrazione dei liberati.