La riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario avrebbe bisogno di correre, tanto più che Draghi ha promesso che non metterà la fiducia (almeno in prima lettura) e le elezioni per il nuovo Consiglio non sono così lontane (luglio). Ma entro giovedì prossimo i partiti presenteranno i sub emendamenti al “maxi” con il quale la ministra Cartabia ha riscritto il vecchio testo Bonafede ed è già chiaro che la maggioranza si dividerà. L’andamento delle audizioni in commissione giustizia alla camera lo dimostra ed è facile prevedere che torneranno a farsi sentire i sostenitori del sorteggio per eleggere la componente togata del Csm: «Ricetta facile, lineare e risolutiva».

La definizione è di Giuliano Castiglia, gip a Palermo e leader della corrente Articolo 101, ascoltato ieri in commissione. A chiamarlo è stato il partito di Giorgia Meloni che ha individuato in questo magistrato, all’opposizione nel comitato direttivo dell’Associazione nazionale magistrati ma che ha guidato la sua corrente (loro si considerano una «non corrente») a vincere le recenti elezioni per la sezione di Palermo, un interlocutore privilegiato. Castiglia ha strapazzato il testo sul quale era chiamato ad esprimersi, definendo il vecchio disegno di legge Bonafede «totalmente deludente nel contrasto al correntismo» e gli emendamenti Cartabia peggio: «Pseudo riforma che consolida il correntismo e riconosce la natura politico partitica del Csm». Anche se il rappresentante di Articolo 101 è apparso più attento alle rivendicazioni più corporative della magistratura – ha visto un «attacco all’indipendenza» nell’abrogazione dei carichi esigibili e una «palese incostituzionalità» nella possibilità di trasferire i magistrati che il Csm dovesse ritenere non in grado di svolgere la funzione in maniera indipendente – il suo intervento è stato assai apprezzato dai consiglieri del centrodestra. Tanto da lasciar prevedere che se Forza Italia manterrà la promessa di presentare un subemendamento per il sorteggio «temperato» (utilizzato cioè per comporre la platea dei magistrati eleggibili) potrebbe raggiungere, con l’appoggio dei centristi, numeri sufficienti a mettere in imbarazzo la ministra Cartabia.

Contro il sorteggio sono intervenuti sia l’ex procuratore di Torino Armando Spataro – «idea offensiva per gli elettori, gli eletti e per la dignità dell’organo costituzionale» -, chiamato in audizione dal Pd, sia Piergiorgio Morosini, sostituto pg di Cassazione chiamato dai 5 Stelle: «Il costituente, prevenendo l’elettività, riconosce la valenza istituzionale di colui che viene eletto». Invece la rappresentante dei magistrati del Consiglio di stato è intervenuta contro la norma che vieterà ai magistrati eletti di tornare nelle funzioni giurisdizionali e imporrà ai magistrati chiamati nei gabinetti ministeriali una pausa di decantazione di tre anni. «Si rischiano, ha detto, Rosanna De Nictolis, presidente dell’Anm della magistratura amministrativa, «persino problemi organizzativi». Non è un dettaglio che la categoria più spesso impegnata nelle funzioni «tecniche» nei ministeri sia proprio quella dei magistrati amministrativi.