L’inchiesta comincia a Napoli. I pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano indagano sull’appalto vinto da Alfredo Romeo per le pulizie all’ospedale Cardarelli. La procura ipotizza un accordo con i clan per l’assunzione pilotata di personale. Da lì parte l’azione di intelligence che porta a scoprire vari filoni: uno arriva a un funzionario dell’ufficio Patrimonio del comune di Napoli, che procurava false documentazioni; un altro all’ex governatore Stefano Caldoro; un altro ancora a una funzionaria della Soprintendenza di Roma, per un affare immobiliare nella capitale. Si arriva al capitolo Consip: la competenza di questo filone passa a Roma, ai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi.

La società per azioni del ministero dell’Economia mette a bando nel 2004 l’appalto Fm4, la gara di facility management del valore di 2,7 miliardi (la più grande d’Europa) suddivisa in 18 lotti. I principali concorrenti di Romeo sono due. Il primo è la francese Cofely, un raggruppamento di imprese di cui fa parte anche una società che, secondo i sospetti di Romeo, è riconducibile a un imprenditore vicino a Denis Verdini. L’influente deputato di Ala, in buoni rapporti con Matteo Renzi, si sarebbe speso per Cofely o, almeno, così teme Romeo. L’altro player è la coop rossa Manutencoop, un colosso del settore. Alla fine Cofely si aggiudica tre lotti, incluso il più prestigioso, quello in cui ricadono i palazzi della politica romana, per un totale di 585 milioni di euro. Ma Romeo ricava la fetta più grossa: tre lotti per un totale di 609 milioni. L’assegnazione è ferma, in attesa di verifiche.

Romeo fa di tutto per entrare nelle grazie di Renzi: finanzia la fondazione Big Bang con 60mila euro, ipotizza l’acquisto dell’Unità. Per vincere la gara Fm4, l’imprenditore casertano si avvicina al giglio magico e entra in contatto con l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni: il manager toscano è stato commissario all’Asl di Arezzo, ha diretto l’Azienda Sanitaria di Firenze, poi è stato assessore regionale al Diritto alla salute, nel 2015 il governo Renzi lo porta a Roma come ad di Consip. Quando una fuga di notizie rivela l’esistenza delle indagini, l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, e il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, secondo l’accusa avrebbero avvisato i vertici Consip. Gli uffici della società vengono bonificati dalle microspie. A raccontare ai pm di una soffiata da parte di Lotti è Filippo Vannoni, un renziano di ferro. Vannoni è presidente di Publiacqua, società che gestisce le risorse idriche in Toscana. E’ stato presidente del collegio sindacale della municipalizzata Sas, che si occupa di strade, sua moglie è stata capo di gabinetto di Renzi sindaco e, attualmente, direttore delle Attività economiche del comune di Firenze con Dario Nardella.

Per arrivare all’ad Consip, Romeo, sempre secondo l’accusa, sarebbe passato da due facilitatori, anche loro del giglio magico: il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi, e Carlo Russo. Russo è un amico di famiglia dei Renzi: imprenditore farmaceutico di Scandicci con poca fortuna negli affari, avrebbe proposto i suoi buoni uffici e messo a disposizione le sue relazioni. In cambio, Romeo l’avrebbe ospitato gratis nel suo lussuosissimo hotel di Napoli per oltre 3mila euro di spese, stesso trattamento in un albergo di Ischia.

Ieri è stata perquisita casa Russo ma anche gli uffici della sua società, Rc Consulting, attiva nella consegna a domicilio di farmaci. Attività in base alla quale avrebbe incrociato Luigi Marroni.
Romeo, durante le riunioni, temendo di essere intercettato, aveva l’abitudine di abbassare il tono di voce quando si decideva come retribuire i presunti facilitatori tramite false consulenze. Abbassava la voce e scriveva pizzini, su cui appuntava iniziali e cifre. I pm hanno fatto sequestrare i rifiuti della Romeo immobiliare e, frugando nei sacchi, hanno trovato frammenti con «30.000 al mese per T» e «5.000 ogni due mesi per CR». Russo si sarebbe anche spinto a proporre affari immobiliari a Romeo nel Salento, vantando la possibilità di avvicinare il governatore della Puglia. Michele Emiliano sarà ascoltato dai pm, dove mostrerà i messaggi ricevuti nel 2014 da Lotti, che lo invitava a incontrare Russo. Russo si era presentato come amico di Lotti e di Maria Elena Boschi.