Visioni

Riflessioni in sala d’aspetto, le inquietudini di Mandelli

Riflessioni in sala d’aspetto, le inquietudini di MandelliFrancesco Mandelli – foto di Luca Del Pia

A teatro L'attore in scena con un testo dello statunitense Will Eno dal titolo «Proprietà e atto», diretto da Leonardo Lidi

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 23 febbraio 2019

Non sappiamo da dove venga, né in quale luogo sia approdato, ma percepiamo immediatamente il suo spaesamento. Che sia nostro coevo non v’è dubbio come pure che appartenga a quella parte di umanità inquieta e ricercante un altro modo di stare (e di essere) sulla Terra. Pacato e sorridente, lo strano personaggio, un po’ beckettiano cui dà voce e corpo un inedito Francesco Mandelli, ci racconta le fasi di arrivo in aeroporto per poi lanciarsi in una serie di aneddoti, riflessioni e confronti sulla vita dov’era prima e quella in cui si è immerso ora. Una meditazione ad alta voce sull’esistenza umana, quasi una conferenza sulla condizione di esiliati permanenti, questo Proprietà e atto (Title and deed) scritto dallo statunitense, classe 1965, Will Eno e diretto da Leonardo Lidi, regista che si è fatto notare alla Biennale College under 30, nel 2017. E nel rapido passaggio romano, al Teatro Biblioteca Quarticciolo, la relazione che l’autore (finalista al Pulitzer con un altro suo monologo, Thom Pain) cerca continuamente di stabilire e mantenere con gli spettatori è resa ancora più stretta dalla vicinanza tra palco e platea. Piazzato al centro della scena, dentro una sorta di scatola di legno, Mandelli cerca gli occhi nel semibuio della sala e sembra porre direttamente le sue domande alle soggettività presenti. Per 65 minuti, l’attore monologante pervade il personaggio di una melanconia quasi divertita. Seduto, con una gestualità minima ma la testa e lo sguardo mobilissimi da oratore verace, rileva quanto le similitudini tra i luoghi siano più abbondanti delle differenze, in questo nostro mondo. Ovunque si stia restiamo attanagliati dalla solitudine, nel desolante vuoto che ci circonda. E il criptico titolo si schiude in tutta la sua ironia.

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