Il Sito di tritovagliatura dei rifiuti di Santa Maria Capua Vetere è andato a fuoco giovedì notte, le fiamme sono state domate solo ieri pomeriggio. È il settimo episodio in Campania in pochi mesi. «Dobbiamo risarcire la Terre dei fuochi, ci vogliono più fondi ma vanno spesi bene. Faremo un Consiglio dei ministri in provincia di Caserta o di Napoli», annunciava ieri il vicepremier Luigi Di Maio, provocando la replica dell’eurodeputato di Fi Fulvio Martusciello: «L’ha già fatto Berlusconi nel 2008».

Lo Stir è gestito dalla Gisec, società della provincia di Caserta, l’ipotesi al vaglio dei pm è che si sia trattato di un incendio doloso, che ha colpito un solo capannone dove erano stoccate 500 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. Nell’impianto arriva l’indifferenziata di tutta la provincia da avviare al termovalorizzatore di Acerra. Nei mesi scorsi sono scoppiati roghi simili negli Stir di Casalduni e Battipaglia e in aziende private di Marcianise, Pastorano, San Vitaliano e Caivano.

La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha annunciato che metterà a disposizione l’esercito per la sorveglianza dei siti; la collega alla Salute, Giulia Grillo, ha sottolineato che seguirà le analisi di Arpac e Asl sugli inquinanti dispersi dal rogo. L’altro vicepremier, Matteo Salvini, ha mostrato i muscoli: «Tornerò a Napoli per il Comitato per l’ordine e la sicurezza, discuteremo anche dei roghi». Sono tutti sul pezzo.

Eppure il governo aveva annunciato come primo provvedimento la legge sulla Terra dei fuochi poi però le priorità sono state altre. Il testo è stato depositato, dovrebbe cominciare l’iter a gennaio ma il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, potrebbe accelerare con un decreto legge. I roghi sono aumentati da quando la Cina ha chiuso le frontiere alla plastica estera. Quella di primo livello ha un buon mercato, quella «sporca» sta ingolfando il ciclo. Costa vuole aumentare la repressione ma spinge anche affinché le imprese abbandonino produzioni non sostenibili.

«Ci sono stati 300 incendi a impianti di rifiuti negli ultimi tre anni in tutto il Paese – ha spiegato ieri a Caserta il ministro dell’Ambiente -. In Campania uno al mese». La situazione è molto grave anche in Lombardia, dove da gennaio gli incendi sono stati 17. Sotto accusa imprenditori del Nord ed ecomafie. A luglio Costa ha chiesto al Viminale di inviare una circolare alle prefetture perché compilassero la lista dei siti sensibili da mettere sotto osservazione ma l’entusiasmo è stato scarso. Il censimento è finito il mese scorso, la sorveglianza non è ancora a regime. Infatti da metà ottobre sono andati a fuoco due impianti in Lombardia e due in Campania.

Nel casertano i siti individuati sono 262, il prefetto ieri ha spiegato: «Chiederemo ai sindaci di controllare l’intera filiera appaltando alla stessa azienda raccolta e smaltimento. Servono soldi che i comuni non hanno: il 30% è in dissesto, altri in predissesto. Abbiamo chiesto alla Regione di dare un supporto economico». Annunciando poi una cabina di regia per capire il reale fabbisogno di impianti.

«Arriveranno a Caserta e Napoli 100 carabinieri esperti in indagini ambientali – ha riferito ieri Costa -. L’esercito sarà impegnato nella vigilanza dei siti sensibili. Bisogna accelerare sulla realizzazione degli impianti, mi aspetto che la Regione, cui compete il ciclo dei rifiuti, faccia la sua parte. Faccia anche chiarezza sugli Ambiti territoriali ottimali, che non sono operativi». A settembre il governo ha impugnato la legge regionale che avrebbe permesso al governatore De Luca di decidere da solo sull’impiantistica, bypassando i comuni.