“La legittimazione ad attivare il procedimento per la repressione dell’attività antisindacale non può essere estesa alle organizzazioni sindacali di soggetti quali i liberi professionisti o i lavoratori parasubordinati”. Con questa motivazione di fondo il giudice del lavoro di Firenze ha rigettato il ricorso presentato da Nidil, Filcams e Filt Cgil, che accusavano appunto di condotta antisindacale Deliveroo, dopo che la piattaforma di food delivery aveva messo i suoi rider di fronte al dilemma se perdere il lavoro o firmare il contestatissimo contratto “pirata”, sottoscritto nel settembre scorso da Assodelivery con il solo sindacato Ugl.
L’ordinanza del giudice Carlotta Consani ha naturalmente riscosso il plauso di Deliveroo Italia. “Con questo pronunciamento – spiega Matteo Sarzana – si sancisce l’inammissibilità della richiesta di annullare i contratti individuali che incorporano il Ccnl Rider stipulato tra Assodelivery e Ugl. Accogliamo con favore la decisione del tribunale, che permette l’applicazione del Ccnl Rider e le ulteriori misure migliorative che Deliveroo ha previsto per i rider”.
Di diverso avviso le categorie della Cgil che avevano presentato il ricorso: “Il giudice rigetta il ricorso in quanto ritiene che lo strumento processuale dall’art. 28 L. 300/70 (condotta antisindacale, ndr.) non possa essere utilizzato per l’impossibilità di effettuare approfondimenti istruttori sulla natura dei rapporti dei riders. L’ordinanza infatti non legittima il modello adottato da Deliveroo, non entra nel merito della qualificazione dei rapporti di lavoro, non si esprime sulla ‘qualità’ dell’accordo sottoscritto da Assodelivery e Ugl, né tanto meno entra nel merito del comportamento antisindacale. Come organizzazioni sindacali pertanto ribadiamo che il modello scelto da Deliveroo e da Assodelivery sia contro la legge, così come chiarito dall’Ufficio Legislativo del ministero del Lavoro e dalle indicazioni dei suoi servizi ispettivi. E’ una ordinanza quindi che sicuramente non ci piace e non ci convince, ma che non fermerà l’azione sindacale”.
Nel mentre arriva anche la notizia che Uber Eats Italia ha adottato un “Protocollo in materia di salute e sicurezza sul lavoro dei rider” che prevede, tra l’altro, la disponibilità gratuita dei dispositivi per la sicurezza, come il casco, la fornitura dell’equipaggiamento protettivo anti-Covid e corsi gratuiti di formazione. La società nel maggio scorso era stata commissariata dalla magistratura per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ora a detta degli amministratori straordinari sta avviando un percorso virtuoso.