A Siracusa, come dice anche Vincenzo Calia nel Caso Matttei, officiava il fanfaniano, prima di destra e poi di sinistra, Graziano Verzotto (1923-2010). L’ultimo a salire per poi discenderne in fretta, dall’aereo dove perse la vita Enrico Mattei. Con Siti abbiamo ricordato che all’Idroscalo, il poeta fu più volte appellato «arruso», che non è dizione catanese, come avrebbe voluto Pelosi, ma siracusana di «frocio». Verzotto disse al magistrato che lo aveva interrogato sul caso Mauro De Mauro, ucciso perché sapeva troppo del caso Mattei, di non aver mai conosciuto Pasolini. Quel politico democristiano, tra i più corrotti, ben voluto dai mafiosi siracusani, dovette scappare a Beirut e a Parigi, per lo scandalo dei fondi neri di Sindona. Forse Pasolini sapeva troppo di Verzotto e il caso Mattei e voleva avvertire la sua amica Morante, ritenendo La Storia, che stroncò, troppo generica sulle vere colpe dei politici, neri e rossi,e sui loro doppi binari. Davanti a quel corpo martoriato, almeno due piste si sono incrociate: quella di Ordine Nuovo, offeso dal film Salò, e quella legata all’assassinio di Mattei. A Pasolini costò la vita il segreto esplosivo di Petrolio? Sono ipotesi fuori tempo massimo, ora che tutto è stato archiviato da una magistratura nei decenni sempre più pigra su esecutori e mandanti. Gli amici di Pasolini, quelli che lo hanno abbracciato e amato, continuano però a strologare. Non rassegnandosi mai.
Pasolini, nel «segreto» di una storia
RICORDI. Una suggestione a partire dalla mostra organizzata a Roma, in Trastevere, dagli amici di Pier Paolo Pasolini
![Pasolini, nel «segreto» di una storia](/cdn-cgi/image/width=1400,format=auto,quality=85/https://static.ilmanifesto.it/2019/05/pierpaolopasolini.jpg)
RICORDI. Una suggestione a partire dalla mostra organizzata a Roma, in Trastevere, dagli amici di Pier Paolo Pasolini
Pubblicato 5 anni faEdizione del 29 maggio 2019
Pubblicato 5 anni faEdizione del 29 maggio 2019