Internazionale

Ricompare a Mosca la talpa del Datagate

Spionaggio illegale Negli Usa, l'opacità del governo sullo spionaggio illegale indica una tendenza tra governanti e governati

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 ottobre 2013

Negli Stati uniti – ha detto Edward Snowden -, l’opacità del governo Usa a proposito dello spionaggio illegale non riguarda «un tipo di programma in particolare», ma indica «una tendenza nelle relazioni tra governanti e governati». Snowden è tornato a parlare in pubblico in occasione del premio «per l’Integrità dell’intelligence» Sam Adams Award, conferitogli a Mosca da pensionati della Cia. Per l’occasione, il portale Wikileaks ha pubblicato le prime immagini della «talpa del Datagate», rimasta lontano dai riflettori dai 1 agosto, quando la Russia gli ha concesso asilo politico per un anno. Un periodo che può essere rinnovato per cinque volte, fino a ottenere la cittadinanza: un’idea – ha sostenuto il padre di Snowden che lo ha raggiunto a Mosca -, che l’ex consulente Cia starebbe perseguendo seriamente. Snowden avrebbe dunque abbandonato la possibilità di usufruire dell’accoglienza accordatagli da alcuni paesi latinoamericani come il Venezuela, l’Ecuador, la Bolivia o il Nicaragua.
Intanto, le sue rivelazioni continuano a essere diffuse dal giornalista che per primo ha fatto conoscere lo scandalo del Datagate, Green Greenwald. «Il nostro è un tipo di giornalismo ad alto rischio, continuerò a farlo fino alla pubblicazione dell’ultimo documento», ha detto il reporter americano del Guardian davanti a una commissione parlamentare in Brasile, dove ormai vive. Nelle ultime settimane, grazie a lui, la stampa brasiliana ha pubblicato documenti dei servizi segreti Usa che rivelano lo spionaggio esercitato sulle comunicazioni della presidente brasiliana Dilma Rousseff, dei suoi collaboraboratori e di milioni di altri suoi cittadidini, ma anche le intercettazioni compiute nei confronti di imprese come la petrolifera di stato Petrobras. Il volume d’affari annuale dell’impresa – la più grande del Brasile, numero uno mondiale nell’estrazione di petrolio a grandissime profondità – è di 125 miliardi di dollari.
A settembre, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni unite, Rousseff ha proposto un controllo multilaterale dell’uso di internet: «Il diritto alla sicurezza di un paese non può mai essere assicurato violando i diritti civili fondamentali di altri paesi», ha detto allora. Mercoledì ha annunciato una riunione internazionale sul governo di internet che si terrà a Rio de Janeiro nell’aprile del 2014. «Lo spionaggio di Petrobras contraddice ciò che afferma la Nsa, ossia che non pratica lo spionaggio commerciale», ha ribadito poi la presidente a Tv Globo. Quindi, il Brasile ha deciso di istituire un sistema di posta elettronica superprotetto, che verrà lanciato «nel primo o nel secondo semestre del 2014 e adottato in tutti gli uffici del governo federale». Il progetto prevede la partecipazione di alcune imprese private che, in cambio dei loro servizi avranno un ricavo pubblicitario. Un indirizzo che intendono seguire anche altri paesi latinoamericani, interessati dall’estensione a tutto campo delle reti di intelligence Usa o di altri paesi occidentali.
Il Tribunale di vigilanza dell’intelligence straniera ha intanto concesso all’Agenzia nazionale per la sicurezza Usa (Nsa) di continuare a registrare tutte le chiamate telefoniche negli Usa: ma solo per un periodo di tempo limitato, rinnovabile previa richiesta. Il portavoce della Nsa, Shawn Turner, ha detto di aver reso pubblica la decisione del tribunale – «un tipo di informazione di solito segreta» – per rispondere «al forte interesse del pubblico su questo programma», e ha assicurato che le conversazioni vengono ascoltate solo in base a «un ragionevole sospetto».

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