Un nuovo progetto presentato a Carpi l’11 luglio al teatro comunale, ha visto protagonista il grande fisarmonicista insieme al musicista brasiliano Hermeto Pascoal. Galliano sarà in concerto in Italia sempre con il progetto Passion il 13 luglio a Venezia e il 14 a Monopoli. 

Buongiorno Richard, può raccontarci questa nuova avventura con il grande musicista brasiliano Hermeto Pascoal?

Conosco Hermeto da molti anni, trentacinque. Nel 1985 ho fatto un tour con lui e con un batterista brasiliano che si chiama Nené. Hermeto è un mito, una persona e un musicista speciale. In questo progetto che abbiamo presentato a Carpi per la prima volta, abbiamo improvvisato. Lui ha 86 anni e fa un tour mondiale con tutto quello che questo comporta. Tutto questo è una cosa stupenda. Anche il contrabbassista americano Ron Carter ha 86 anni e va ancora in tour con il proprio gruppo. Questi per me sono esempi, esempi di cosa sia una passione, oltre che un mestiere. Io ho 72 anni e spero di poter avere queste energie quando avrò la loro età.

Il duetto con Hermeto è solo l’ultimo dei tanti incontri che lei ha avuto con importanti musicisti. In futuro prevede altre collaborazioni?

Nella mia vita tutti gli incontri sono stati nati spontaneamente. Nessuno è mai stato programmato. Ma c’è un musicista con il quale mi piacerebbe suonare e si tratta di Herbie Hancock. Penso si possa fare, abbiamo sensibilità simili. Amo il suo stile, la sua attitudine, molto rispettoso. Lui è una star senza essere una star. Vedremo.

Vuole invece  invece raccontarci qualche incontro significativo con i jazzisti italiani?

Io ho iniziato la mia carriera in Italia. Fino agli anni Settanta lavoravo in Francia e mi occupavo per lo più di arrangiamenti. Ho suonato per la prima volta da voi nel 1980. Ho degli amici carissimi qui, oltre che fantastici colleghi: Antonello Salis, Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani. Con Stefano abbiamo fatto un disco quando lui non era ancora famoso come oggi, ma suonava già divinamente. Poi ho fatto un disco con l’Orchestra della Toscana e il suo violinista Andrea Tacchi. Ho bellissimi ricordi. 

Io amo tutta la musica popolare. In Italia la forza della musica è la melodia. Io amo molto l’opera, soprattutto Puccini. Inoltre ho un ricordo molto bello di Milva con Astor Piazzolla: splendidi

Esiste ancora una cultura tradizionale nizzarda oggi o è stata appiattita dalla globalizzazione?

Mi piace quando vado nei paesi che hanno una cultura forte. A Nizza purtroppo non c’è più. I musicisti brasiliani, come Hermeto e tanti altri, fanno musica moderna ma sempre con le radici nella loro musica popolare. Su consiglio di Astor Piazzolla, ho iniziato a suonare la musette. A Nizza queste tradizioni sono state perse. Qui c’è anche un festival jazz che negli anni è cambiato moltissimo. Si punta ad avere tanto pubblico, a scapito della qualità musicale. Quando c’era George Wein il festival era diverso. Anni fa mi chiesero di essere il padrino del festival e accettai. Ora non lo farei più. Perché non c’è più anima. Peccato. 

Lei ha suonato tango e musette. Ma c’è della musica popolare o folk italiana su cui potrebbe swingare o improvvisare?

Sì. Io amo tutta la musica popolare. In Italia la forza della musica è la melodia. Io amo molto l’opera, soprattutto Puccini. Inoltre ho un ricordo molto bello di Milva con Astor Piazzolla: una delle cose più belle che abbia visto.  Poi ho registrato Guarda che luna in forma di reggae, ho suonato anche Vivaldi. Ma credo che la musica tradizionale debba essere suonata dai musicisti locali, perché è un fatto molto più autentico e vero. Mi piace molto di più ascoltare, che suonare, in questo caso.