«Non accetteremo alcuna estorsione o pressione degli Stati Uniti» avverte perentorio il ministro degli esteri palestinese, Riad Malki. Protesta anche la Lega araba – ma sarebbe più giusto chiamarla Lega “saudita” – che tra attacchi all’Iran e accuse a Hezbollah ha trovato qualche minuto per rioccuparsi dei palestinesi. Comunque vada a finire l’annunciata decisione del Dipartimento di stato americano di chiudere la missione palestinese a Washington se i palestinesi non entreranno subito «in negoziazioni dirette e significative con Israele», rappresenta un ricatto a tutti gli effetti. Trump, è fin troppo evidente, vuole imporre all’Anp del presidente Abu Mazen di negoziare...