Non c’è una provincia dove abbia prevalso Stefano Bonaccini, che pure era stato il più votato nei 629 congressi di circolo, con cinque punti di vantaggio (49,5% a 44,4%) su Elly Schlein. Questo il primo dato che salta agli occhi nel voto toscano delle primarie dem, dove c’era da scegliere anche il nuovo segretario regionale. A guidare il partito nella prossima fase, gli iscritti e soprattutto i simpatizzanti del Pd hanno scelto Emiliano Fossi, ex sindaco di Campi Bisenzio, la cui ordinanza di divieto di fermata dei Tir davanti allo stabilimento Gkn gli ha donato fama e fortuna politica. Diventato deputato, coordinatore del comitato per Elly Schlein, Fossi ha ottenuto il 49,5% dei consensi, battendo nettamente la candidata dell’area Bonaccini, Valentina Mercanti, ferma al 40,5%.

Alle primarie nazionali in Toscana hanno votato circa 100mila persone, nei 698 seggi allestiti nei circoli del partito ma anche nelle case del popolo. Meno delle 160mila del 2019, anche se la giornata di domenica, caratterizzata da freddo e maltempo diffuso, può avere dissuaso dalla partecipazione. Per la segreteria regionale invece hanno votato solo in 85mila, al riguardo la rodata organizzazione dem – 4.000 volontari ai seggi – ha spiegato che molti elettori non conoscevano i candidati toscani quanto Schlein, che ha toccato il 60%, e Bonaccini, rimasto fermo al 40%. I 100mila votanti sono stati di gran lunga superiori agli iscritti Pd, visto che gli aventi diritto erano 29mila circa ma solo 17.500 avevano effettivamente partecipato alla prima fase delle primarie.

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Con Zingaretti la sinistra interna al partito aveva già prevalso quattro anni fa. Ma da più di dieci anni la Toscana non aveva un segretario regionale che non provenisse dal blocco ex renziano. Per questo l’esito del voto rappresenta una piccola rivoluzione. Ad essere sconfitti, fra i tanti dirigenti e amministratori che avevano annunciato il voto per Bonaccini, ci sono il governatore Eugenio Giani e il sindaco fiorentino Dario Nardella, insieme a quello pratese (anche presidente dell’Anci regionale) Matteo Biffoni.

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Proprio sulle questioni più controverse nella politica regionale è intervenuto il neo segretario Fossi: “Il Pd toscano tornerà a essere il luogo dove si discute di tutto, superando anche quella dimensione, lo dico da fiorentino, eccessivamente fiorentino-centrica quando si parla di infrastrutture. Quindi torneremo a parlare di aeroporto, di multiutility, di Tirrenica, di Pontremolese e così via. Per confrontarsi, perché sappiamo bene che su queste vicende convivono posizioni diverse, per esempio sull’aeroporto di Firenze il sindaco Biffoni ha una posizione e Nardella ne ha un’altra. Non per rimetterle in discussione ma per confrontarsi, facendo una discussione approfondita come non l’abbiamo mai fatta finora”.

Dal canto suo Giani, dopo aver fatti i complimenti ai vincitori, ha osservato: “Il voto, a livello nazionale, si è articolato su una percentuale del 53-54% per Schlein, quindi una delle chiavi fondamentali sarà l’unità del partito”.. E Nardella, che aveva addirittura accarezzato la possibilità di partecipare alle primarie, per poi sostenere apertamente Bonaccini: “Ho sempre detto che le primarie e il congresso non devono essere una resa dei conti. Non si può uscire da un congresso con l’ennesimo rischio di una scissione, è sbagliato che chi vince voglia imporre una linea unilaterale e chi perde minacci di andare via”. Ma a questo punto i rapporti con il convitato di pietra Matteo Renzi, in vista del voto delle città a maggio – Pisa, Siena e Massa su tutte – saranno da analizzare.