Ieri Consiglio dei ministri, inizia poco dopo le dieci e finisce due ore dopo. In conferenza stampa Letta si fa accompagnare dai ministri Lupi e Moavero, si parla di trasporti e leggi comunitarie, niente di straordinario, finisce lì. Ma nel pomeriggio ecco una nota di Alfano, un paio di sterzate lessicali ne rendono complessa la lettura, ma conta la sostanza: «Il Consiglio dei ministri ha approvato una norma di grande importanza. Riguarda la responsabilità dello stato nei confronti dei cittadini per violazione manifesta del diritto dell’Unione europea da parte dei magistrati di ultimo grado, che crea danno ai nostri concittadini».

Alla ricerca di motivazioni valide per continuare a sostenere il governo, e di argomenti e prove da portare in dote a Berlusconi, Alfano suona la grancassa della responsabilità civile dei magistrati. Vecchio tema di propaganda del Pdl, che infatti sta appoggiando su questo i referendum di Pannella. Pochi minuti e all’esultanza si aggiunge l’altra «colomba» Cicchitto, più esplicita: «Questo intervento è stato ottenuto dalla delegazione del Pdl al governo e rientra nel disegno di modificare gli equilibri più negativi nel sistema giustizia del nostro paese». Ma ecco che oltre l’esultanza si legge già di un «disegno» generale tutto da compiere. Viene un primo sospetto. E poi un secondo, andando in fondo alla nota di Alfano: «La norma rientra nel perimetro di risposta alla infrazione e lascia in campo i referendum». Siamo in un perimetro, questo è certo, ma quanto è largo? Rispondono da palazzo Chigi, preoccupati dal troppo entusiasmo Pdl: «È minimo».

La nota è anonima, Letta non ha voglia di litigare con Alfano al quale anzi ha appena regalato la sospensione dell’Imu seconda rata. Ma quando si chiariscono i contorni della nuova norma – sarà inserita nella legge comunitaria 2013 – la gaffe del vicepremier si evidenzia. Per rispondere a una sentenza della Corte di giustizia Ue che ci condanna, si prevede che in caso di violazioni gravi e manifeste dell’ordinamento comunitario da parte dei giudici di ultima istanza (Cassazione), sarà lo stato a dover risarcire i cittadini italiani. Le richieste del Pdl, cristallizzate in un emendamento leghista alla legge comunitaria 2011, erano altre: risarcimento diretto dei magistrati ai cittadini per dolo o colpa grave o violazione del diritto nazionale. La decisione del Consiglio dei ministri, dunque, è più una sconfitta che una vittoria per il Pdl. Nella scorsa legislatura il Pd era disponibile a concedere molto di più. Avrà apprezzato il Cavaliere?