«I can’t breathe». Le ultime strazianti parole di George Floyd, barbaramente soffocato dalla polizia il 25 maggio scorso nella città di Minneapolis, sono lo slogan che anima il movimento anti-razzista più potente degli ultimi decenni. Negli Stati Uniti, indubbiamente, ma con una propagazione mondiale che senz’altro continuerà a stupirci. Parole che, al pari delle mobilitazioni radicalissime che stanno infiammando l’America di Trump, vanno oltre la semplice denuncia della violenza poliziesca. Non si respira in molti modi, nel pianeta travolto dalla pandemia, dal cambiamento climatico e dalla crisi economica più catastrofica dell’ultimo secolo. Negli Stati Uniti, gli afroamericani continuano a morire...