Resilienze Festival è nato nel 2017, a Bologna, con l’obiettivo di appassionare i cittadini ai temi ambientali attraverso narrazioni ed esperienze creative e artistiche.
Continua a farlo anche nel 2020: il festival, organizzato da Kilowatt presso le Serre dei Giardini Margherita, quest’anno è dedicato ai «Legami Invisibili». E oltre ai quattro giorni canonici di settembre – è in programma da giovedì 10 a domenica 13, www.resilienzefestival.it – risponde anche all’emergenza Covid dilatandosi per seguire il ritmo lento della natura, cambiando passo.

IL FESTIVAL VUOLE ASSUMERE IL RESPIRO della terra e per questo allunga la sua durata nell’arco delle stagioni, attraverso uno sviluppo in tre atti – semina, cura del terreno, raccolta – che coprirà il periodo fino a maggio 2021, alternando dei momenti live e anche dei momenti di fruizione e aggregazione online. Di fronte a un cambiamento epocale, gli organizzatori hanno abbiamo deciso di affrontare questa nuova fase con la calma e la pazienza del contadino.

IL «PRIMO ATTO». Durante i mesi del lockdown trascorsi chiusi in casa, è maturata l’idea di dedicare questa quarta edizione di Resilienze al tema «Legami Invisibili», cioè alle tantissime connessioni e relazioni che non si vedono, fili invisibili che ci uniscono al nostro ecosistema e determinano a tutti i livelli i delicati equilibri tra gli esseri viventi.

Sono gli equilibri che, come abbiamo visto, sono così facili da rompere, con conseguenze disastrose e un grande bisogno di cura, attenzione, innovazione e coraggio. «Vogliamo proporre una visione positiva del mondo ponendo al centro le relazioni, dai grandi ecosistemi fino all’infinitesimale, volgere lo sguardo a ciò che non si manifesta, per scendere in profondità e riappropriarci di un orizzonte di senso» spiegano gli organizzatori del festival.

VIVA LA COMPLESSITA’. «Al centro della nostra riflessione c’è il tema della complessità, che tenga insieme lettura degli ecosistemi e quella dell’essere umano, rispetto al ruolo dell’uomo sul funzionamento del sistema terrestre. È un filo che ho ritrovato un po’ anche nel libro di Fabrizio Barca e Patrizia Luongo che discutiamo giovedì (oggi, ndr) nella conferenza che apre Resilienze (titolo Un futuro più giusto, Il Mulino, 2020), nel senso che quando parlano di politiche per il rilancio dell’Italia affermano che è necessaria una versione olistica, che tenga insieme economia, società ed ambiente, che dev’essere superata la lettura per cui la politica – e il governo delle città e delle regioni – è fatta ancora oggi per comportamenti, che ambiti come agricoltura, mobilità, turismo, servizi non parlino, una gestione che non permette di leggere la complessità del sistema e di realizzare politiche che possano davvero generare sviluppo» spiega Nicoletta Tranquillo, co-curatrice del festival con Jonathan Ferramola.

LE FORME CRISTALLINE. A caratterizzare Resilienze è l’arte, usata come strumento per raccontare la sostenibilità e la complessità. Quest’anno, come main artist del festival 2020 è stato selezionato il collettivo Bepart (bepart.net) un’organizzazione non profit che sviluppa opere in realtà aumentata portando l’arte negli spazi pubblici, attraverso l’utilizzo di smart device e visori appositi. Per Resilienze Bepart ha realizzato l’opera «Crystal Drops – Il linguaggio delle forme cristalline», tre universi 3D che sono modellati a partire dai risultati di una ricerca curata dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna sulle forme cristalline come metodo di analisi olistico della qualità, della vitalità, della ricchezza nutrizionale di elementi organici e materie prime alimentari.

L’OPERA (VIRTUALE: NON C’E’ DAVVERO, è visibile e navigabile utilizzando una App creata ad hoc) è diffusa nella città, tra i Giardini Margherita e Piazza Maggiore. «L’installazione è frutto di un lavoro di gruppo, che ho coordinato, e ha visto impegnati in particolare il digital artist Andrea Zu, e Stefania Solari che ha creato la applicazione» – spiega Alessandro Alliaudi, AR Content Creator & Supervisor per Bepart. «Ci siamo interrogati sulla bellezza di queste forme cristalline, e su come accompagnare il visitatore dentro il mondo del microscopio».

Le forme cristalline, spiega l’abstract della ricerca di Maria Olga Kokornaczyk e Lucietta Betti, si scoprono usando il metodo dell’evaporazione delle gocce, il solvente acquoso in cui in precedenza erano stati messi dei semi a inbibire. La ricerca dimostra che la «forza di un prodotto naturale sta nella sua struttura complessa, articolata e armonica, e allora nelle varie opere il glutine diventa un albero, i cristalli di un grano tradizionale ricordano fiocchi di neve, mentre con l’opera dedicata a terra, latte e vino invitiamo il visitatore ad entrare nel microscopio, a guardarne la struttura dall’interno».

GREAT. CEREALI E SOSTENIBILITA’ al centro della giornata di domenica di Resilienze, che sarà all’insegna dalla campagna «GREAT it easy!» di Kilowatt, per rendere le scelte di consumo alimentare sostenibili più facili e accessibili: alle 12 in programma un pic-nic ai Giardini Margherita, in cui assaggiare, insieme, le ricette con sorgo e miglio «GREAT» elaborate dai migliori chef di Bologna e preparate dalla città.

A seguire, alle 15, dibattito con gli chef coinvolti e la giornalista scientifica Agnese Codignola: «GREAT it easy! – La rivoluzione è servita».