Le donne ceche hanno finalmente la possibilità di non declinare forzatamente il cognome del padre al femminile. Questa libertà di scelta è contenuta in un testo di legge già approvato alla Camera con 91 voti a favore e poi al Senato nel corso dell’estate. Il tutto per cambiare la regola che impone l’aggiunta del suffisso “ová” ai cognomi delle donne; suffisso che poteva essere eliminato solo da coloro le quali acquisivano la cittadinanza di un altro paese o che si sposavano con uno straniero. Le altre eccezioni, fanno notare gli esperti in materia, riguardavano i casi in cui il cognome fosse un genitivo plurale o un aggettivo, o terminasse come tale. Diversamente, per togliere il přechylování è sempre stato necessario ricorrere alle vie legali.

La proposta per modificare questo stato di cose è stata fatta dall’ex ministra della Giustizia Helena Valková che si è impegnata su questo fronte in quanto, a suo giudizio, la regola in questione dà luogo a una “posizione diseguale ingiustificata e può essere causa di situazioni assurde” a svantaggio del gentil sesso. Nella confinante Slovacchia, ad esempio, le donne non sono più obbligate ad assumere il patronimico al femminile. Adottarlo o meno, a questo punto, diventerà facoltativo per le donne ceche.

Va sottolineato il fatto che la declinazione del cognome paterno al femminile è comune anche ad altre lingue slave, fa quindi parte di un sistema e di una tradizione che in molti, nei paesi interessati, vogliono difendere.

Per esempio, nella stessa Repubblica Ceca, l’anno scorso è stato scontro su questo argomento tra la Commissione “amministrazione pubblica” della Camera dei deputati e il governo presieduto da Andrej Babiš, detto anche, quest’ultimo, il “Trump ceco”. La Commissione sosteneva l’abolizione della regola mentre il governo assumeva la posizione contraria considerando la medesima una peculiarità della lingua ceca e come tale meritevole di essere salvaguardata. Il testo di legge è stato concepito, invece, per liberalizzare il sistema dando alle donne la possibilità di scegliere in merito al loro cognome.

È probabile che le donne ceche continuino a portare avanti questa tradizione che, come già precisato, impone di adattare al femminile il cognome del padre o anche quello del marito. Anzi, secondo fonti locali sarà difficile che una donna affronti un iter burocratico per modificare il cognome paterno, più facile che si impegni a togliere il suffisso “ová” da quello del coniuge. Secondo un recente sondaggio effettuato da Radio Prague International, il 28% delle donne ceche vuole un cognome neutro e ora, presumibilmente, accoglie soddisfatta la possibilità che venga posta fine ad una tradizione probabilmente vissuta da molte di loro come uno dei tanti condizionamenti imposti al sesso femminile. I contrari alla proposta della Valková temono lo stravolgimento grammaticale che, sottolineano, è insito in questo cambiamento. I linguisti si dividono tra coloro per i quali sopprimere la declinazione femminile dei cognomi potrebbe, appunto, portare a problemi di confusione nella grammatica nazionale e chi, invece, di fronte a questioni di genere, obietta che la lingua si evolve di pari passo con la società.