Mario Calabresi non è più direttore di «Repubblica». A dare la notizia è stato lo stesso giornalista, su twitter: «Dopo tre anni finisce la mia direzione. Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata: era al 14 ora è sotto il 7. Grazie a chi ci ha sostenuto nella battaglia per una stampa libera e non ipnotizzata dalla propaganda dei nuovi potenti. Abbiamo innovato tanto sulla carta e sul digitale e i conti sono in ordine».

Un anno fa il botta e risposta con Carlo De Benedetti, che dopo aver attaccato Scalfari criticò Calabresi per non aver dato un’identità al quotidiano. A Lilli Gruber che gli chiedeva di dare un consiglio al direttore, rispose: «Mah, sa, Don Abbondio diceva che il coraggio uno non se lo può dare. Se non ce l’ha…». Calabresi replicò sul quotidiano: «Carlo De Benedetti non ha gradito, tra le altre cose, il breve editoriale con cui la settimana scorsa sottolineavamo come le sue vicende personali non abbiano mai influito sulla linea del giornale. Non ha gradito che non fosse firmato, ma ciò è accaduto semplicemente perché non rappresentava solo il mio pensiero ma il sentire comune di tutta la direzione». E ancora: «Il presidente onorario deve difendere e tutelare l’immagine e l’onorabilità del giornale: il contrario di quanto è accaduto».

Il presidente del Gruppo Gedi, Marco De Benedetti, proporrà oggi in cda la nomina di Carlo Verdelli, che è stato tra l’altro vicedirettore del Corriere della sera e direttore della Gazzetta dello Sport. Dal 2013 al 2015 ha collaborato con La Repubblica di Ezio Mauro. Dal 2015 all’inizio del 2017 è stato direttore editoriale della Rai: si dimise dopo la bocciatura del suo piano di riforma dell’informazione.