Il calcio dei padroni se ne va e porta via il forziere già colmo di monete d’oro. Darà vita a una Superlega europea fatta di un calcio spettacolo all’ennesima potenza e di partite clou ogni settimana, il tutto pagato da diritti televisivi vertiginosi. Se il progetto andrà in porto, le conseguenze saranno disastrose sul piano economico e sociale, e a pagare il prezzo più alto sarà quel calcio fatto dalle provinciali, che oggi tiene tutti uniti nello stesso campionato. A volte quelle piccole squadre e i loro tifosi sognano e in alcune occasioni il sogno diventa realtà, come il Benevento che il 21 marzo ha sconfitto la Juve allo Stadium di Torino 1-0.

«È UNA DECISIONE scellerata, in nome del profitto si cancella il merito sportivo – dice Renzo Ulivieri presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio(Aiac) – in un momento particolare come questo in tutta Europa bisognerebbe portare le persone allo stadio e riavvicinarle al calcio. La visione ottusa di poche persone, che intorno al tavolo hanno fatto i calcoli per interessi propri, li rende sordi a qualsiasi discorso sociale, la conseguenza sarà la distruzione dell’attuale sistema calcio, che si basa su un principio mutualistico. Il mondo del calcio dilettantistico ha già subìto gravi danni dalla sospensione dei campionati a causa del Covid, quello professionistico della serie C anche, e dopo questa decisione toccherà perfino alle squadre di serie B e alle provinciali della A».

I RECENTI ACCORDI sui diritti televisivi tra Dazn e la Lega calcio ha consentito a Tim per il campionato italiano e ad Amazon per le partite della Champions League di inserirsi come coprotagonisti di un processo che farà sprofondare il pubblico sempre più nelle poltrone davanti alla tv, pronto a consumare il calcio spettacolo europeo sul modello Nba, mentre i grandi stadi, oggi tra i pochi luoghi di aggregazione sociale, si svuoteranno e chi proprio vorrà uscire fuori di casa dovrà accontentarsi di un calcio di livello inferiore, senza i grandi campioni.

È UN PROCESSO INEVITABILE che i padroni delle ferriere decidano a tavolino un supercampionato stellare, dove non ci saranno più retrocessioni e promozioni? «In un momento come questo, in cui la pandemia ha sottratto introiti ai club, se i presidenti dei grandi club italiani ed europei volessero, potrebbero stabilire un tetto agli ingaggi dei grandi calciatori. Sarebbe un modo per sostenere il calcio delle squadre che appartengono alle fasce economiche più deboli. Agli allenatori iscritti all’Aiac abbiamo chiesto di rinunciare a qualche mensilità dello stipendio, in nome di un calcio da salvare. Ritengo indispensabile che di fronte alla decisione insensata di dar vita a un campionato delle grandi squadre europee, nasca un movimento di protesta che si contrapponga a tale processo – continua Renzo Ulivieri- sia l’Uefa che le singole federazioni hanno strumenti per opporsi. Il calcio non può pensare solo al profitto, ha anche una valenza sociale, abbiamo bisogno di stare insieme, soprattutto dopo un periodo come questo. I ragazzi che animano lo stadio, saranno relegati davanti alla tv. Se non vi sarà un’inversione di tendenza, andremo incontro a un degrado sociale, aggravato dal dissolvimento del mondo del calcio giovanile. La nascita di una Superlega europea cancellerà il principio del merito sportivo e spegnerà il sogno dei tifosi del Bologna, della Fiorentina, dell’Atalanta, del Pontedera e di altre squadre. Da quando è nato il calcio c’è sempre stata la possibilità che una provinciale potesse vincere contro le grandi». Quali azioni dovrebbe mettere in atto il calcio italiano che resta a guardare i ricchi che se ne vanno? «Mi accusano di avere una visione del calcio che appartiene al Novecento, quando parlo di uguaglianza, di giustizia, di distribuzione degli introiti. In un momento storico come il nostro, caratterizzato dagli sconvolgimenti della pandemia, chi ha di più deve aiutare chi ha di meno, questo fa parte della storia del nostro Paese, non è una concezione di sinistra, ma di buon senso. Anche l’Associazione italiana calciatori e la Federcalcio condividono questa visione. Il calcio non è solo la Juventus, il Milan, l’Inter è anche lo Spezia che si salva e resta in serie A» conclude Ulivieri.