Primo effetto della riforma Madia sulla pubblica amministrazione: il taglio del 50% dei permessi e dei distacchi sindacali. Una decisione contestata dai sindacati. Il premier Matteo Renzi, ieri al primo giorno di lavoro dopo le vacanze, ha salutato la circolare sul taglio dei distacchi come un «segno che il Governo fa sul serio». Dopo la conversione in legge del dl sulla riforma, il ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia ha firmato il 20 agosto la circolare (n. 5/2014) in materia di riduzione delle prerogative sindacali nelle Pubbliche Amministrazioni. Dal 1 settembre scatterà il taglio. «La riduzione è finalizzata alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica» si legge nella circolare. Entro il 31 agosto i sindacati dovranno comunicare all’amministrazione la revoca dei distacchi che «avverrà nel rispetto del contratto collettivo nazionale quadro sulle prerogative sindacali nonché delle altre disposizioni di tutela».

«Limitatamente ai distacchi – si legge all’articolo 7 della circolare – la decurtazione del 50 per cento non trova comunque applicazione qualora l’associazione sindacale sia titolare di un solo distacco». Per le forze di polizia e i vigili del fuoco «si prevede che alle riunioni sindacali indette dall’amministrazione possa partecipare un solo rappresentante per associazione sindacale». Il dimezzamento dei distacchi sindacali riguarderà oltre mille persone con un risparmio – si legge nella relazione tecnica al Dl P.A. di di 10 milioni e 170 mila euro annui. Nella scuola, il taglio dei distacchi dovrebbe portare a «minori oneri per le supplenze».