Francesco Silvestre, tesoriere del M5S alla camera, commenta la giornata di Giuseppe Conte alla camera con toni ottimistici. «Qui in parlamento – dice – prendiamo atto del fatto che quando qualcuno vuole fare una spaccatura che il popolo non comprende ottiene l’effetto contrario».

Al senato basterà anche la maggioranza relativa?
Tecnicamente è sufficiente. Ovviamente dopo bisognerà cercare il più largo consenso possibile, per lavorare senza problemi anche nelle commissioni. Il nostro obiettivo non è stare in piedi ma andare avanti, proseguire con le riforme che servono ai cittadini.

Pensa ci siano spazi in questo senso?
Credo di sì. Siamo in una fase molto importante, è un momento in cui l’intelligenza suggerisce di continuare a lavorare, seppure tra le differenze.

Renzi pare aver ottenuto il contrario di quello che si prefiggeva. Voleva rompere l’asse tra 5 Stelle e Partito democratico ma adesso la coalizione pare più unita di prima.
Dal punto di vista parlamentare sì. Anche se in generale sono le persone che decidono, dunque si capirà se questa prospettiva incontrerà il consenso della gente. Lo vedremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Se riusciremo a fare le politiche espansive che riducono le disuguaglianze che la pandemia crea. Se continuiamo a bloccare i licenziamenti, se creeremo posti di lavoro, se andremo avanti con la digitalizzazione e con le opere utili. Se riusciamo a tramutare questi progetti in cose reali saranno le persone fuori dal palazzo a dirlo. C’è una parte politica che non vede l’ora di andare al governo per togliere il reddito di cittadinanza, questa è l’alternativa che vorrebbe soppiantare questa maggioranza. Il fatto che la priorità di questa parte politica durante la pandemia sia fare una cosa del genere, la dice lunga.

Anche il M5S si è ricompattato, forse per la prima volta in questa legislatura.
Renzi ha molti meriti nei nostri confronti. È stato uno degli artefici del 33 per cento del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni politiche e adesso ha riunito il gruppo. Si conferma una persona importante per noi, le sue mosse hanno sempre avuto l’effetto di ricompattarci.

Anche se il capogruppo di Italia Viva Ettore Rosato in aula vi ha dato atto di non essere più il M5S di qualche anno fa.
Non lo siamo nel senso che siamo cresciuti. Gli orizzonti son sempre quelli, ma dopo anni di esperienza non siamo più quelli di dieci anni fa. Il M5S adesso è più complesso ma anche molto più maturo. Diciamo che sappiamo come portare a casa le cose che vogliamo.

Il M5S che chiede voti in parlamento in nome della fedeltà all’Europa fino a poco tempo fa era impensabile.
Non era assolutamente pensabile perché l’Europa che criticavamo era diversa da questa mi ricordo u discorso di Alessandro Di Battista che disse a Renzi da premier, combattiamo questa Europa perché siamo europeisti. Anche grazie a Conte e al suo peso specifico si sta realizzando la nostra visione di un’Europa che guarda agli aspetti sociali invece che finanziari, come dimostrano il Recovery fund e la sospensione del patto di stabilità.

Con parole diverse tutti, da Conte in giù, parlano della necessità di dare più coesione alla maggioranza. Ciò avrà ricadute anche sulle amministrative?
Ricordo quando il Pd a tutti i costi non voleva Conte. Oggi in aula ne ha riconosciuto i meriti e lo difende. Se smettiamo con la propaganda su Virginia Raggi e guardiamo nel merito a partire dai poteri della città, di cosa si può fare per renderla più governabile, il discorso cambia. I romani hanno conosciuto una storia di degrado politico, e anche in questo caso non voteranno gli accordi ma le prospettive. Se ragioniamo di visione della città e la smettiamo con la propaganda possiamo replicare lo scenario nazionale in quello locale.