Un regalo così Renzi non se lo aspettava nemmeno da Babbo Natale e la Befana coalizzati. Dell’uomo, si sa, tutto si può dire tranne che non sia lesto a cogliere al volo le occasioni e capace di trasformare anche il vuoto in propaganda. Figurarsi di fronte all’assenteismo di massa, nella nottata più nevralgica, dell’83 per cento dei vigili urbani, categoria già comprensibilmente poco simpatica, della capitale. Alibi e testa d’ariete migliore per l’azione di sfondamento nei confronti del pubblico impiego non potevano capitargli. Per il velocista la celerità è tutto. Il cinguettio arriva di buon mattino: «Leggo di 83 vigili su 100 a Roma che non lavorano “per malattia”. Ecco perché nel 2015 cambiamo le regole del pubblico impiego». Ribadirà il concetto qualche ora dopo, stavolta slittando da Tweet a Facebook: «Ci occuperemo di pubblico impiego di modo che non accadano più vicende come quella di Roma».

Cinguettio per cinguettio, Marianna Madia, ministra cui spetterà l’onore di guidare la carica contro «i fannulloni» del pubblico impiego, s’accoda lesta: «Ispettorato subito attivato per accertamenti violazioni e sollecito azioni disciplinari». Poi la promessa di passare per le armi i reprobi: «Avanti con riforma per premiare eccellenze e punire irresponsabili». Ministri e primi ministri non è che possano proprio dire tutto quello che pensano, pane al pane. Per interpretare correttamente i tweet di cui sopra meglio lasciare la parola a un semplice deputato Pd come Ernesto Carbone e al suo eloquente hashtag: «È finita la #Pacchia». Un tipo elegante. Inutile aggiungere che le forze di centrodestra coalizzate, quelle di governo e quelle formalmente all’opposizione come Fi, soffiano sul fuoco e chiedono esecuzioni, pardon licenziamenti di massa.

Per la verità in questo caso l’assenteismo c’azzecca poco e niente, come stato maggiore e truppa renziana sanno perfettamente. La defezione di massa di san Silvestro non è stata una casuale sommatoria di furbizie in casco bianco ma il risultato di un’azione di protesta pensata male e praticata peggio. Voleva essere una sorta di sciopero bianco, segnale forte di disagio dopo che per giorni i vigili avevano chiesto inutilmente di essere ascoltati né dal comandante del Corpo Clemente né dal sindaco Marino. Solo che azioni del genere, così delicate e così esposte a esiti catastrofici su tutti i fronti a partire da quello dell’immagine, vanno preparate con massima attenzione e in qualche modo dichiarate e spiegate. Abborracciarle in poche ore come hanno fatto i vigili romani significa correre verso il suicidio collettivo e coinvolgere nel disastro l’intero pubblico impiego.

Se palazzo Chigi si frega le mani per l’insperato assist, il Campidoglio è in ginocchio e si raccomanda come può. Tutta la destra reclama la testa del primo cittadino, da Salvini a Fi fino all’Ncd e all’FdI di Giorgia Meloni e Storace (che a Roma ha una base di tutto rispetto e che è la sola forza politica a schierarsi con i vigili, anche se, in serata, pure il capogruppo azzurro della Regione Lazio Aurigemma vira e mitraglia Marino e Clemente difendendo però i caschi bianchi). Sarebbe un guaio comunque, ma dopo la mazzata di Mafia Capitale, affibbiata a un’amministrazione già fragile, rischia forte di rivelarsi un colpo fatale.
Ignazio Marino si difende schierandosi senza esitazioni a favore della linea durissima, e in linea col nuovo corso renziano pure lui ricorre a Fb: «Chi ha provato con assenze ingiustificate e ingiustificabili a far saltare tutto ne deve rendere conto». Tra le righe, a differenza dei furbetti di governo, il sindaco lascia intendere che non di assenteismo si è trattato ma di uno sciopero selvaggio. Il suo vice, Luigi Nieri, è più esplicito: «Io ho il massimo rispetto per il diritto di sciopero, ma non si può portare la protesta fino a questo punto nel pubblico». Un po’ Nieri ci prova a tenersi in equilibrio tra i toni ringhiosi che la giunta deve adottare nella speranza di salvarsi e l’apertura di spiragli meno da soluzione finale. «Ogni possibile azione disciplinare sarà applicata», assicura. Ma quando gli chiedono se è pronto a erigere la ghigliottina dei licenziamenti in tronco un po’ frena: «Dobbiamo verificare se ci sono gli estremi».

Gli esiti della sgangherata protesta sono comuqnue già chiari: i vigili assenteisti rischiano il posto, il sindaco di Roma e la sua giunta vacillano. Ma per i lavoratori del pubblico impiego non ci sono incertezze. Loro hanno già perso, per il gaudio di Matteo Renzi e Marianna Madia.