Si era incatenata davanti al negozio Calvin Klein all’outlet di Castel Romano, appena a sud della capitale sulla via Pontina, perché la griffe l’aveva trasferita a 50 chilometri dopo che aveva rivendicato il diritto ad un riposo domenicale al mese. Ieri la comunicazione ufficiale: Valeria torna al lavoro dopo una lunga battaglia.
Il caso aveva scoperchiato la condizione di tutte le commesse dei tanti outlet ormai disseminati sulla penisola: nessun diritto, tutti i festivi al lavoro senza che vengano riconosciuti in busta paga. Molte delle quali in quel giorni di ottobre avevano manifestato con lei ottenendo la solidarietà di parecchi clienti.
Da quel giorno la battaglia era diventata legale, ma alla fine l’azienda ha dovuto fare marcia indietro. Ieri la mail che comunica il reintegro a Castel Romano dal 20 maggio con stessa mansione e paga.
«Una vittoria fantastica, sette mesi di lotta ma alla fine Davide ha battuto Golia – dichiara Francesco Iacovone, dell’esecutivo nazionale Cobas che ha seguito costantemente la vicenda – . Valeria ha vinto, ha stravinto. Mamma di un bimbo di neppure tre anni, ha protestato, lottato, sofferto e dopo 7 mesi lunghissimi, tornerà al posto di lavoro con i diritti che ha rivendicato».
Ma la lotta per i diritti delle commesse non finisce qui. A pasquetta a Castel Romano altre cinque commesse hanno scioperato per chiedere che venissero pagati loro «le maggiorazioni festive previste nel contratto. Per tutta risposta due di loro sono state trasferite a Marcianise e Milano come provvedimento disciplinare.
«Oggi è un giorno importante – prosegue Iacovone – perché la lotta di Valeria ha dimostrato che lo strapotere delle multinazionali del commercio può essere arginato. Accompagneremo Valeria a Castel Romano Outlet nel suo giorno di rientro al lavoro e speriamo che la sua vittoria dia forza a molte altre per non avere più paura di rivendicare i propri diritti».