E’ previsto per stasera, salvo nuovi colpi di scena, il consiglio dei ministri che finalmente deciderà le regole per il Natale con un nuovo Dpcm. Ieri passaggio a vuoto: la missione di Conte in Libia e il summit serale con Renzi per la verifica di governo hanno impedito che il premier e i capidelegazione si riunissero per prendere la decisione finale. Che ancora oscilla tra un lockdown totale dal 24 dicembre al 6 gennaio e un sistema a singhiozzo, preferito da Conte, che lascerebbe una finestra di libertà dal 28 al 30 dicembre.

Si tratta anche su una deroga, la possibilità cioè di ospitare a tavola «due congiunti non conviventi in più rispetto al nucleo familiare». La decisione verrà presa dopo che oggi Conte si riunirà di nuovo con i capidelegazione della maggioranza, per poi sentire il parere delle regioni. In serata e il Cdm e la consueta conferenza stampa del premier a reti unificate. Possibile, in caso di nuove tensioni, uno slittamento a domani.

LUCA ZAIA, PRESIDENTE del Veneto dove i contagi continuano ad aumentare (ieri +4.402) si è già mosso in autonomia, con una nuova ordinanza che limita gli spostamenti tra i comuni, ogni giorno, dopo le 14, da sabato 19 dicembre al 6 gennaio. «Il mio non è un atto di eroismo, ma adesso c’è bisogno di guardare in faccia alla realtà», ha spiegato. Mentre il collega leghista della Lombardia Attilio Fontana si comporterà diversamente: «Abbiamo dei buoni numeri, quindi ci possiamo permettere di non restringere ulteriormente».

Ieri il ministro Francesco Boccia ha anticipato le linee guida del nuovo Dpcm ai presidenti delle regioni e ai rappresentanti di Comuni e Province: nell’ipotesi più soft, dal 28 al 30 dicembre bar, ristoranti e negozi resterebbero aperti e si potrebbe circolare liberamente dentro la propria regione, la stessa situazione che si vive da settimane nelle zona gialle.

«Natale è più rischioso di Ferragosto perché oggi l’indice Rt è più alto di quando l’Italia uscì dal lockdown a maggio e perché ci attendono ancora i mesi invernali più difficili», ha detto Boccia. «Dovremo passarlo ognuno a casa propria per tutelare i più fragili e gli anziani, sbagliato pensare a feste o cenoni». E ha aggiunto: «Si approfitti delle vacanze per raffreddare la curva, alleggerire la pressione sugli ospedali e arrivare al momento delle vaccinazioni nel modo migliore».

TRA I PRESIDENTI DI REGIONE, a quanto si apprende, molti avrebbero concordato sulla necessità di misure più restrittive (contrario invece Giovanni Toti), accompagnate però da ristori certi che Boccia si è impegnato a varare al più presto. Via libera anche dal presidente dell’Anci Antonio Decaro che teme assembramenti nelle vie dello shopping e per gli aperitivi.

Massima attenzione da parte del governo sul prossimo fine settimana, con il previsto esodo di milioni di italiani prima dello stop agli spostamenti tra regioni che scatta il 21. Il ministero dell’Interno, dopo la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, ha disposto più controlli in stazioni e aeroporti e sui locali nelle aree della movida, con 70mila agenti schierati. Ci saranno posti di blocco a imbuto su strade a lunga percorrenza e autostrade e negli autogrill, per far rispettare le regole anche ai non conviventi che viaggiano nella stessa auto.

Previsti anche: shopping a numero chiuso con varchi di ingresso nei centri storici, pattuglie a piedi con i megafoni per invitare la gente al distanziamento, droni e telecamere per individuare assembramenti da disperdere.

IL BOLLETTINO DI IERI segnala 18.236 nuovi casi (mercoledì erano 17.752), ma con un leggero calo dei tamponi a 185mila. E così l’indice di positività torna a salire dal’8,8 al 9,9%. Resta stabile il numero delle vittime a 683: tutti segnali che mostrano un’epidemia che non cresce ma fatica a scendere. Da febbraio il numero dei contagiati supera 1.9 milioni. «La curva dei casi si è congelata, ma non è scomparsa», dice il commissario Domenico Arcuri. La regione più colpita resta il Veneto (+4.402 casi, il giorno prima +3.817), che ha il numero più alto di positivi quotidiani dal 5 dicembre. Diminuisce ancora la pressione sugli ospedali: i ricoverati nei reparti Covid ordinari sono -470, mentre i malati in terapia intensiva (TI) sono -71, per un totale di 2.855.

Sul capitolo scuola, Arcuri assicura: «Se sarà un Natale buono, di rispetto delle regole, gli alunni torneranno in classe il 7 gennaio».