In fuga dall’Africa centrale, salvati in mare dalla nave norvegese «Siem Pilot» e affidati alla Protezione civile anche per i controlli medici. Sono arrivati nel porto di Reggio Calabria 906 migranti, lo sbarco più consistente degli ultimi sei mesi nelle coste calabre. Con l’emergenza sanitaria che si accompagna a quella “tradizionale” di questo genere di situazioni.
Quasi mille migranti africani hanno messo a dura prova le strutture locali, dopo che la nave della guardia costiera norvegese aveva annunciato di averli recuperati in mare e di far rotta verso Reggio Calabria. Statisticamente, si tratta di 715 uomini, 168 donne (dieci incinte) e 23 minori in alcuni casi non accompagnati. Sono immediatamente scattati i controlli sanitari: in base ai primi esiti, ci sarebbero sei sospetti casi di malaria e alcune centinaia di scabbia.

Anche ieri i medici hanno lavorato proprio per diagnosticare nel dettaglio le condizioni di ogni singolo migrante sbarcato nel porto di Reggio Calabria. In base alla diagnosi, scatta l’immediato trasferimento nelle strutture ospedaliere indispensabili alla cura dei casi più seri. Le visite mediche sono state effettuate all’interno di una tenda pressurizzata, isolata dall’esterno e dotata delle normali condizioni ambientali. È stata garantita dalla Protezione civile che è intervenuta in base al coordinamento generale dell’operazione d’emergenza coordinata dalla prefettura.
Si tratta comunque dello sbarco di migranti più eclatante di quest’anno. Il migliaio di sopravvissuti arriva soprattutto da Etiopia, Eritrea e Somalia, un’area dell’Africa centrale maggiormente esposta al rischio di malaria.
Durante il week end era partita una richiesta di soccorso da parte dei migranti, cui avevano risposto i mezzi della Capitaneria di porto, che da mesi pattugliano le coste nell’ambito delle operazioni coordinate da Frontex. Giunti nei pressi della nave, i mezzi di soccorso hanno provveduto a trainare la nave, i cui motori erano in avaria, fino al porto di Reggio Calabria.
Le operazioni d’emergenza sonostate coordinate dal prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino, mentre si mobilitavano Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, insieme a Comune, Provincia, Capitaneria di porto, Azienda ospedaliera. Immediata anche la risposta da parte di Usmaf, Suem 118, associazioni di volontariato, coordinamento ecclesiale e Croce Rossa.
Sempre nel fine settimana altri trecento migranti sono sbarcati, invece, a Catania. Fanno tutti parte delle circa 4.600 persone salvate nel Mediterraneo, al largo delle coste libiche, nell’arco di tre giorni. La scena è sempre uguale: barconi in avaria o alla deriva, con la richiesta di soccorso per le centinaia di migranti che comunque si avventurano anche in questa stagione verso l’Europa, spinti dalla disperazione e pronti a tutto pur di abbandonare i loro Paesi dove non possono più immaginare di vivere.
E resta sempre aperto anche il versante greco: nella città di Idomeni, circa 1.500 persone sono ancora bloccate al confine con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, che filtra l’afflusso respingendo i «migranti economici». Per evitare tensioni il governo della Grecia offre a questi ultimi il trasporto in autobus fino ad Atene dove possono chiedere asilo.