A cinque anni dal brutale assassinio di Giulio Regeni, dopo un anno di carcerazione di Patrick Zaki fra i sessantamila oppositori che languono nelle celle egiziane, cosa abbiamo capito delle speranze che hanno acceso il Mediterraneo e il mondo arabo nell’ultimo decennio? Il quadro investigativo ricostruito dalla Procura di Roma è tale ormai che anche gli avvoltoi hanno smesso di volteggiare. Le insinuazioni sono evaporate alla luce dei fatti: a nessuno sfugge come parlare di Giulio oggi significhi parlare dei molti che ancora vengono fagocitati dalla repressione. Contrariamente alle aspettative del regime, la memoria di Giulio è più viva che...