Ieri, prima di essere approvata dalla commissione affari costituzionali e passare in aula alla camera, dove questa mattina comincerà la discussione generale, la proposta di legge costituzionale che introduce il referendum propositivo ha fatto in tempo a ricevere altre osservazioni critiche da tre giuristi ascoltati in sede consultiva. «Sono sempre stato favorevole al rafforzamento dell’iniziativa legislativa popolare – ha detto il costituzionalista Massimo Luciani – ma le sue modalità di costruzione mi lasciano perplesso». «C’è il rischio che possa essere proposto anche il referendum sull’euro e in generale l’iniziativa legislativa popolare è dotata di uno statuto privilegiato rispetto a quella del parlamento», ha sostenuto il professore di diritto dell’Ue Carlo Curti Giardino. «Per una migliore integrazione tra democrazia diretta e rappresentativa – ha suggerito il costituzionalista Andrea Pertici – bisognerebbe affidare all’ufficio centrale della Cassazione la verifica sulla necessità del referendum propositivo». Che adesso è previsto anche se il parlamento approva una legge quasi identica a quella del comitato promotore (che è l’unico a poter decidere di rinunciare alla consultazione). Da qui le preoccupazioni per un ballottaggio che potrebbe esporre le camere al rischio di delegittimazione popolare.

Ballottaggio dal quale, secondo la formula prevista adesso, sarebbero esclusi tutti gli elettori che non condividono nessuno dei tue testi, né quello del parlamento né quello di iniziativa popolare. Una forma di limitazione dell’elettorato attivo che andrà probabilmente rivista in aula.

Un’altra correzione che la maggioranza potrebbe accogliere è quella che chiedono (alla fine) tutte le opposizioni e riguarda il controllo di costituzionalità preventivo. Nel testo uscito dalla commissione, la Corte costituzionale fa da filtro di semplice ammissibilità per la proposta di legge popolare. Ma non essendo previsto in questo iter il vaglio del presidente della Repubblica e per evitare di far svolgere il referendum su un testo destinato a essere dichiarato incostituzionale, si dovrebbe chiedere alla Consulta di valutare a priori e in astratto la corrispondenza con i principi costituzionali. Una vera rivoluzione per il sistema italiano che prevede solo giudizi costituzionali «incidentali» sollevati nel corso di un processo di merito. In questo modo, però, le obiezioni sull’ampiezza eccessiva delle materie ammesse a referendum propositivo (anche le leggi di spesa, anche le leggi penali) verrebbero in buona parte superate.

Oggi inizia il dibattito, il Pd promette «battaglia» e ha votato contro in commissione, dove è stato dato il mandato alla relatrice Dadone. Leu e +Europa invece non hanno partecipato al voto per tenere aperto un canale di dialogo con i 5 Stelle (la Lega fa la parte del complice silente) e convincerli ad altri passi. Dopo quello che ha portato all’introduzione del quorum approvativo