Quando nel 1991 il New Yorker pubblicò il racconto «Il pugile a riposo», Thom Jones lavorava come bidello in una scuola superiore e seguiva un doppio percorso di riabilitazione, afflitto da alcolismo e da una dipendenza da farmaci, a seguito dell’epilessia causata da un trauma cerebrale subìto sul ring. Aveva ereditato la passione per la boxe dal padre, morto suicida dopo essere stato internato in un ospedale psichiatrico che, per una curiosa quanto significativa coincidenza, fu lo stesso in cui Miloš Forman ambientò Qualcuno volò sul nido del cuculo. «Il pugile a riposo», storia cruda ma cupamente ironica raccontata dall’unico...