«Non posso rimanere in Rai se vengo considerato un costo, un peso e non un valore». Dal Festival della tv di Dogliani Fabio Fazio torna all’attacco: «Credo che non ci sia mai stata un’ingerenza così grande della politica sulla gestione dell’azienda». Il tema è il suo compenso, minacciato dalla legge sul tetto di 240 mila euro per gli stipendi. Tetto che però, secondo quanto comunicato alla Rai dal sottosegretario Giacomelli, non dovrà riguardare le «prestazioni artistiche». Ma il conduttore di Che tempo che fa insiste: «E’ più difficile trovare un modo di rimanere che andare via». Il bomber di Raitre (Fazio si paragona ai calciatori che «a bilancio sono un valore»), perché non si pensi che teme per i suoi guadagni si dice preoccupato per il futuro della Rai. E solidarizza con Antonio Campo Dall’Orto, definito «eroico»: «Al direttore generale va tutto il mio affetto. Non so come faccia».

Il dg, a bagnomaria in un cda sempre più ostile in attesa che Renzi decida se siluralo o meno, ovviamente ringrazia. «Fazio è un patrimonio della Rai – risponde a Dogliani – la tv si fa con gli autori. Le minacce che ha raccontato di aver ricevuto sono difficili da accettare» (Fazio aveva riferito di minacce di morte sui social). Ma, aggiunge il dg, «sto lavorando in una situazione difficile, abbiamo una tempistica molto stretta per il rinnovo dei palinsesti, dobbiamo aspettare le regole sui compensi», che la Rai dovrà stilare entro il 2 giugno. Il conduttore e Campo si intrattengono anche in un lungo colloquio privato. Ma il fatto che Fazio sia un peso massimo della tv che non ha mai fatto mancare a Renzi un’amichevole ribalta non intimorisce certo il dem Michele Anzaldi, capo della comunicazione del segretario Pd durante le primarie: «Uno scivolone, una caduta di stile, un autogol. Non saprei in che altro modo definire la dichiarazione di Fazio – tuona – E l’editto bulgaro? Tutto dimenticato perché viene toccato il suo mega stipendio?». E Cdo è avvisato: «C’è un dg scelto per il suo curriculum, al quale sono stati dati pieni poteri e vediamo come li ha usati…».