La prima a protestare è la leghista Lucia Borgonzoni per la «scelta di un personaggio noto come molto vicino a sinistra, a Veltroni in particolare…», il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes, che sarà indicato alla prossima assemblea degli azionisti amministratore delegato della Rai . Poi Forza Italia fa filtrare «stupore e perplessità» per un’altra decisione piovuta un po’ a sorpresa da Palazzo Chigi, d’intesa con il ministero dell’Economia: quella di indicare nel consiglio di viale Mazzini Marinella Soldi, perché diventi la presidente dell’azienda. Decisione, quest’ultima, come sottolineano gli azzurri, che andrà ratificata dallo stesso cda e dalla commissione parlamentare di vigilanza con una maggioranza dei due terzi, ma sulla quale è «mancata la condivisione».

Come si era capito nei giorni scorsi, il premier non ha voluto aspettare i partiti, le trattative tra le forze politiche e tantomeno la soluzione dei travagli interni, come quello che sta lacerando i 5S che all’inizio della settimana, trovandosi già in pieno psicodramma e quindi non in grado di scegliere un nome secco, avevano chiesto e ottenuto (anche perché Fi e Fdi litigavano) il rinvio della scelta dei 4 consiglieri d’amministrazione di nomina parlamentare. Il metodo Draghi è stato applicato anche per viale Mazzini. Il presidente del consiglio ha anticipato il parlamento, visto che la nuova assemblea societaria del 12 luglio era stata già fissata.

Storce il naso la destra, mentre i nomi usciti dal cilindro di Draghi ottengono molti apprezzamenti da parte del centrosinistra e dei renziani. Fuortes, economista della cultura e manager con un curriculum molto legato alla capitale (dall’Auditorium al palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, dal teatro di Roma alla Fondazione Cinema per Roma fino appunto all’Opera) piace particolarmente ai dem di «scuola romana», da Goffredo Bettini a Roberto Morassut. Anche Leu, con i capigruppo Loredana De Petris e Federico Fornaro, parlano di due nomi (Marinella Soldi arriva da Vodafone ma ha un passato a Mtv e Discovery) che «vanno nella direzione giusta» augurandosi che «anche le nomine parlamentari vadano nella stessa direzione». Catturati dal furibondo scontro al vertice sulla giustizia, i 5 Stelle accantonano il capitolo Rai e non si esprimono.

I nomi di Fuortes e Soldi saranno proposti come membri del cda di viale Mazzini nel prossimo consiglio del ministri e Fuortes sarà indicato come ad nell’assemblea dei soci che approverà il bilancio. L’elezione dei consiglieri di nomina parlamentare è stata rinviata al 14 luglio dopodiché si terrà la prima riunione di cda e toccherà poi alla vigilanza ratificare la scelta del presidente. Quelli arrivati ieri dai partiti di destra della maggioranza somigliano in realtà più a mugugni che a strali e difficilmente, una volta messi da Draghi i nomi sul piatto, si alzerà il tiro.
Per il cda, i 5Stelle sono divisi tra Luigi Di Majo, Paolo Favale e Antonio Palma (che partiva favorito ma è stato stoppato da Vito Crimi) mentre per il Pd nonostante qualche resistenza l’indicazione è quella di Francesca Bria, presidente del Fondo nazionale dell’innovazione (è stata tra l’altro assessora alla digitalizzazione e innovazione di Barcellona con Ada Colau). Dovrebbero essere confermati Giampaolo Rossi, già in quota Fdi (ma i forzisti protestano) e il leghista Igor De Blasio.