La fiaba come onirica visione di un mondo magicamente lontano dal reale, abitato da personaggi dallo spirito giocoso e fanciullesco. Una fantasia in cui divertirsi a seguire un inedito e imprevedibile intreccio di quelle storie che si conoscono fin da quando si è bambini. Un’avventura danzata a pieno ritmo verso il tradizionale happy ending senza il quale ogni fiaba traballerebbe come il mondo vero. È il filo nascosto che crea la salda cucitura tra le quindici scene aperte da un prologo e chiuse da un finale di A Thousand Tales Ballet, creazione su coreografia e libretto dell’italiano Francesco Ventriglia, musica del compositore di origine ucraina Alexey Shor, scene e costumi di Roberta Guidi di Bagno, lighting design di Valerio Tiberi. Un cast di étoiles e primi ballerini italiani, affiancati da sedici membri del Balletto Nazionale dell’Uruguay e da un talentuoso giovane spagnolo. A commissionare lo spettacolo agli autori, la casa di produzione mediorientale Samit Event Group, prima assoluta settimana scorsa all’Opera di Dubai. Un teatro da 2000 posti nella Dubai downtown, aperto nel 2016 su disegno dell’architetto danese Janus Rostock, un edificio a vetrate a forma di sambuco, imbarcazione tradizionale legata alla storia di Dubai. Una città in perenne, sconvolgente costruzione, alla ricerca continua di primati, la ruota panoramica più grande del mondo, il grattacielo più alto del mondo. Intorno all’Opera fontane, palme illuminate, proiezioni sui palazzi.

IL PROGETTO di A Thousand Tales Ballet è partito dalla musica di Alexey Shor, a suggerire Ventriglia alla produzione Makhar Vaziev, direttore del Corpo di Ballo della Scala dal 2008 al 2016, oggi alla testa del Bol’šoj. Ventriglia, classe 1978, formazione e inizio carriera al Teatro alla Scala, firma le sue coreografie d’esordio nei primi anni Duemila, il suo coinvolgente Immemoriam su musica di Šostakovic, debutta alla Scala nel 2010. Ampia la sua carriera nella direzione: guida con ottime intuizioni MaggioDanza, Corpo di Ballo italiano che sarebbe augurabile riaprisse, poi vola all’estero, alla testa del Balletto Reale della Nuova Zelanda e poi come vice direttore di Ygor Yebra al Balletto Nazionale dell’Uruguay, ora guidato da Maria Riccetto. L’ultima iniziativa di Ventriglia è la fondazione del Sidney Choreographic Centre, International Patron Sylvie Guillem.
Ventriglia ha scelto le musiche del suo balletto tra i tre Concerti per pianoforte e Orchestra di Alexey Shor, Travel Notebook, From my Bookshelf e Childhood Memories. Una musica incalzante, dal fecondo timbro narrativo. Spiega il musicista: «Nelle mie composizioni c’è un’enfasi sulla melodia e sulla armonia tradizionale. Siamo partiti da From my Bookshelf che ha come fonte di ispirazione i libri che avevo vicino al mio letto da bambino». Ventriglia: «I Concerti di Shor mi hanno proposto una lista di personaggi infinita. Mi sono divertito a coreografare sulla sua musica. Ma come mettere insieme Alice, Cenerentola e il Cappellaio Matto? C’era bisogno di una nuova storia».“La fonte di ispirazione sono stati i libri d’infanzia. Ma come mettere insieme Alice, il Cappellaio matto, Cenerentola? C’era bisogno di una nuova storia”

Giada Rossi e Alessandro Riga in «La bella e la bestia»,foto di Vito Lorusso

VENTRIGLIA scrive perciò un libretto intrecciando fiabe e citazioni da titoli cult del repertorio classico del balletto, Giselle, Cenerentola, Schiaccianoci. «In questo lavoro, che vorrei portare in Europa, sono tornato alle mie radici, alla mia formazione classica, è un tributo al grande repertorio. Il mio sogno, dopo tanti anni all’estero, è tornare a casa». Roberta Guidi di Bagno, scenografa e costumista di taratura internazionale, ha ideato un magnifico bosco trasformista: dietro alle foglie che fanno da cornice, lo sfondo muta grazie alle videoproiezioni curate da Tiberi, diventa Palazzo, oceano baciato dal tramonto, paesaggio innevato, grande foresta in cui perdersi come nel Sogno di una notte di mezz’estate. Luminescenti tutù dai tulle multistrato, giochi di colori e di tessuti, per i costumi realizzati a Roma da Farani «con l’aiuto» spiega Guidi di Bagno «dell’eccellente sarta italiana Anna Maria Genuise, alle spalle diciassette anni di lavoro al Royal Ballet di Londra».

ED ECCO LA STORIA: l’infaticabile deux ex machina del racconto è il Cappellaio Matto, lo danza con verve e tecnica sopraffina il giovanissimo Mario Galindo, ballerino della spagnola Compañía Nacional de Danza. La sua casetta è ricavata dentro un albero: a bussare sulla lignea porticina, come succede ad Albrecht in Giselle, sarà il Principe della storia di Ventriglia: Alessandro Staiano, primo ballerino del San Carlo di Napoli. Vuole che il Cappellaio lo aiuti a organizzare un ballo. Cenerentola è Anna Chiara Amirante, compagna nella vita di Staiano, anche lei del San Carlo di Napoli. Le espressive sorellastre e matrigna arrivano a Dubai dall’Uruguay. Come è tradizione Cenerentola perde la scarpetta. Il Principe chiede aiuto al Cappellaio per ritrovar l’amata. Nel bosco incantato il nostro virtuosistico Galindo incontrerà in un turbinio di cambi di atmosfere, passi a due e ensemble, Biancaneve circondata da ballerine in tutù bianco (citazione da Schiaccianoci), la Bella Addormentata con i suoi quattro Principi, Odette e Rothbart dal Lago dei cigni, la Regina di cuori, Alice, la Bella e la Bestia, Aladino e Jasmine, il gatto con gli Stivali, persino D’Artagnan e i tre Moschettieri. Una storia avventurosa anche nelle prove: singole a Madrid, Roma, Napoli, Uruguay, poi il ritrovo tutti insieme a Dubai, dove la scena è stata costruita, a quattro giorni dal debutto.
Lo stile del balletto? Classico, virtuosistico, eppur pieno di ironia. Susanna Salvi, étoile dell’Opera di Roma, è Odette, in preda al diabolico Rothbart di Alessio Rezza, anche lui étoile dell’Opera capitolina: anela alla scarpetta per fuggire dall’incantesimo del lago. La Bella, vestita d’oro, è una stupenda Giada Rossi (prima ballerina italiana in Spagna della Compañía Nacional de Danza), è innamorata della Bestia, un Alessandro Riga di gran classe, étoile della stessa compagnia madrilena. Rossi danzerà anche la parte di Alice e, con Riga, Biancaneve: in nessun ruolo, ahinoi, conquista la scarpetta. Il Balletto dell’Uruguay fa da battente contorno ai passi ai due delle coppie principali. La storia si chiude con il ritrovamento dell’amata Cenerentola in un gran finale molto applaudito, alla Raymonda, con tutti i personaggi del racconto.