Quella «spinta ecologista» che sogna l’effetto Baviera
I Verdi dell'Alto Adige Brigitte Foppa: «Bisogna stare attenti con nazionalismi e populismi. In questa terra abbiamo visto la faccia cattiva del potere»
I Verdi dell'Alto Adige Brigitte Foppa: «Bisogna stare attenti con nazionalismi e populismi. In questa terra abbiamo visto la faccia cattiva del potere»
Hanno quasi 40 anni di vita e rappresentano sempre l’eredità di Alex Langer: il «costruttore di ponti» a Vipiteno, Bruxelles, Sarajevo. La colomba bianca della pace, un fiore giallo più il nuovo logo «European Greens»: il simbolo è equamente declinato nelle varianti linguistiche: «Verdi Grüne Vërc» (Vgv).
Nati nel 1979 sull’onda di «Neuen Linken-Nuova Sinistra» come alternativa ecologista restano fedeli alla rappresentanza dei tre diversi Volk da unire nel dialogo. Sono il partito che vanta la storia politica più lunga nel Consiglio provinciale autonomo di Bolzano dopo la Svp, e il soggetto politico che, perfino più della Volkspartei, incarna il cordone ombelicale pan-tedesco capace di bypassare l’Austria infelix per connettersi direttamente con la verde Germania. Da questo punto di vista Bolzano, da sempre, è il laboratorio della strategia che domenica scorsa ha gonfiato i voti dei Grünen in Baviera.
Per ora, l’apice del consenso risale al 2004: alle elezioni europee i Verdi dell’Alto Adige realizzarono il 13,1% dei consensi. Alle provinciali del 2013 hanno ottenuto l’8.7% e tre seggi in Consiglio, mentre alle politiche dello stesso anno, in perfetta autonomia dalla Federazione nazionale, decisero di sostenere Sel: Florian Kronbichler è stato il primo sudtirolese di lingua tedesca non-Svp in Parlamento.
La lista è guidata dai consiglieri uscenti Brigitte Foppa, 50 anni, co-portavoce dal 2009, e Riccardo Dello Sbarba, 64 anni, giornalista che aveva esordito al manifesto. Il programma dei Vgv resta nel solco della storia: agricoltura biologica, energia pulita, difesa dell’ambiente e trasporto pubblico. Ma in Alto Adige sposano senza esitazione anche altre opzioni radicali: il programma elettorale fa esplicito riferimento al «reddito sociale di cittadinanza» quanto alla necessità di riconoscere lo Ius soli. I Vgv, in controtendenza, invocano poi il «turismo moderato» e si battono per la scuola comune pluri-lingue; infine, prevedono di inserire nei bandi pubblici standard ecologici, sociali e digitali.
«Bisogna stare attenti con nazionalismi e populismi. In questa terra abbiamo visto la faccia cattiva del potere». Così la “spinta verde” di Bolzano può contare anche sull’europarlamentare Elly Schlein, mentre fra i candidati spiccano il vice sindaco di Merano, Andrea Rossi, il direttore generale della Provincia, Hanspeter Staffler, e Stefano Perini, direttore dell’Istituto promozione lavoratori.
Come in Baviera l’alternativa ambientalista ha radici profonde nelle nuove generazioni. Lo testimonia Zeno Oberkofler, classe 1997, studente di fisica e violino al conservatorio, co-portavoce degli Young Greens Southtyrol. Cresciuto in una famiglia multilingue, spiega: «Mi spingono i giovani come me, che ancora oggi qui non vengono riconosciuti dalla politica». Oppure Sadbhavana Pfaffstaller, nata nel 1994 a Mumbai, adottata da una famiglia di Egna. Ha fatto parte dei volontari che presidiavano la stazione di Bolzano per dare sostegno ai profughi e fa cronaca dalla redazione del giornale di strada «Zebra»
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