Sono 31.338 dipendenti, più della Fiat in Italia. Posti da consiglieri, mega dirigenti, un immenso bacino di consenso, un gigantesco concentrato di inefficienza e di clientele. Stiamo parlando delle municipalizzate romane, il vero cuore del potere capitolino, ancora governate dagli uomini messi da Alemanno. Sono il vero ostacolo a ogni cambiamento, il centro della resistenza corporativa, e il sindaco Ignazio Marino ha deciso di prendere di petto la questione.

Non si è ancora spenta l’eco dello scandalo Ama, la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti messa nel mirino dal sindaco, che sta per esplodere il caso Acea, dove il sotterraneo braccio di ferro tra il socio di maggioranza, Roma Capitale, e la minoranza, in primo luogo Caltagirone, è pronto a trasformarsi in scontro aperto. Il casus belli potrebbe essere la nomina del nuovo Direttore delle Relazioni Esterne, Stefano Porro, già capoufficio stampa del Ministro dello sviluppo economico del governo Berlusconi, Paolo Romani.

Il problema è che a settembre il nuovo sindaco aveva chiesto al Cda, prorogato per altri tre anni da Alemanno in piena campagna elettorale, di non procedere ad alcuna nomina prima di una discussione con il socio di maggioranza, ovvero Roma capitale. Per tutta risposta è arrivata la dichiarazione di guerra con la nomina di sette mega direttori di area.

Tuttavia, nell’ultimo caso, quello appunto, delle Relazioni Esterne, c’è di mezzo una sentenza della magistratura che a inizio dicembre ha reintegrato in quel ruolo Maurizio Sandri, licenziato due anni fa, lo dice la sentenza del giudice del lavoro, in base a una logica «discriminatoria e persecutoria». Il dispositivo della sentenza «dichiara la nullità del licenziamento…e condanna la società Acea SPA a reintegralo nel posto del lavoro e a risarcirgli il danno».

Sandri ha dunque chiesto tramite il suo avvocato di essere «formalmente e con effetto immediato di essere riassegnato nel ruolo di Direttore Relazioni Esterne e Comunicazione, vista peraltro l’attuale vacanza del posto, e resta in attesa di ricevere informazioni circa le modalità per riprendere immediatamente servizio nonché per la ricostruzione del rapporto di lavoro» e di conseguenza diffida Acea «dall’effettuare qualsivoglia eventuale nomina e/o operazione che possa pregiudicare e/o in qualche modo compromettere l’effettivo reintegro».

La vicenda è esplosa dopo un articolo di Sergio Rizzo sulla prima pagina del Corriere della Sera. Due consiglieri comunali del Pd, Valeria Baglio e Massimo Palumbo, sono intervenuti e stanno preparando un’interrogazione cui risponderà direttamente il sindaco. I due consiglieri parlano di Acea come una «corte di Sultani».

Lo scontro su Acea, era stato annunciato dalla vicenda dell’emendamento presentato al senato da alcuni esponenti di Scelta Civica che proponevano l’innalzamento della quota dei privati (attualmente al 49%), sostanzialmente una totale privatizzazione. L’emendamento non è stato approvato, ma il segnale era lanciato. Il vero scontro è appena all’inizio.