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Quella di Linda Bimbi, responsabile della sezione Internazionale della Fondazione Lelio e Lisli Basso, è una vita che attraversa il Novecento. Che accompagna e sollecita le lotte per la liberazione dei popoli, le richieste di giustizia e dignità, le battaglie del Terzo mondo, che si intreccia con i piccoli e grandi protagonisti della storia. Una vita – ricorda Chiara Bonifazi nel libro Linda Bimbi. Una vita, tante storie (Edizioni Gruppo Abele, euro 15, prefazione di Luciana Castellina) – che comincia nel centro storico di Lucca a metà degli anni Venti, da un padre commerciante, colto e antifascista, e una madre maestrina di campagna, «cattolica ma non bigotta». Una doppia matrice che plasma la biografia di Linda e che assume una forma particolare quando, subito dopo laurea in Glottologia, inizia a insegnare nel Collegio di Pisa gestito dalla Congregazione delle Oblate dello Spirito Santo. L’incontro con la direttrice Maria Elena e con le suore – «suore tradizionali, che però avevano delle missioni in varie parti del mondo» – le fa maturare una «vocazione missionaria».

Nel 1952 parte per il Brasile. Prende i voti, diventa suor Raffaela. Nel 1954 si trasferisce a Càssia, nello Stato del Minas Gerais. Conosce la miseria vera, misura tutta l’insufficienza della solidarietà eurocentrica e ideologizzata dei comunisti italiani. Si interroga sempre più spesso – una cifra costante della sua vita – sugli strumenti con cui tenere insieme il dire e il fare, sulla coerenza tra mezzi e fini, sui metodi educativi da adottare nelle scuole in cui insegna o che dirige, come il Colégio Helena Guerra di Belo Horizonte. Suor Raffaela e le altre sorelle della comunità discutono molto. Puntano a una pastorale di rinnovamento. Ma si accorgono che non basta. Bisogna uscire dalle parrocchie «per dare espressione al popolo e responsabilità alla gente». Sono tempi di cambiamento: gli anni del Concilio Vaticano II (1962-65), gli anni in cui si diffonde la pedagogia di Paulo Freire, gli anni del passaggio «dalla Chiesa come Istituzione alla Chiesa come Popolo di Dio, come fermento e allora bisognava scegliere», spiega Linda. Che insieme alle sorelle sceglie il «trapasso», separandosi dalla Congregazione e dall’istituzione ecclesiastica.

È il 1968 e lo scenario politico brasiliano – già segnato dal colpo di stato del 1964 – si complica con un Atto istituzionale che sospende le garanzie costituzionali. Linda viene accusata dalla giunta militare di aver dato sostegno ad alcuni gruppi studenteschi considerati eversivi. Lascia il Brasile. È il 13 maggio del 1969. Tre anni dopo – dopo una parentesi a Lovanio, il ritorno in Italia, il lavoro all’Idoc (il centro di documentazione del cattolicesimo post-conciliare non ortodosso) – avviene l’incontro fondamentale con Lelio Basso. È il gennaio del 1972, siamo a Milano. Alla Corsia dei Servi è in corso la presentazione del libro Dai sotterranei della storia che, uscito grazie a Linda, raccoglie la corrispondenza tenuta da Frei Betto negli anni in prigione. Lelio Basso, che nel 1966 aveva partecipato come giurato al Tribunale Russell sulla guerra in Vietnam, capisce che ha di fronte la persona giusta per dare concretezza al Tribunale Russell II per la repressione in Brasile, Cile e America latina.

Dal 1973 Linda si dedica anima e corpo all’impresa, tessendo le relazioni per le tre sessioni del Tribunale, che si tengono nel 1974, nel 1975 e l’anno successivo. Il 1976 è anche l’anno della proclamazione ad Algeri della Dichiarazione dei Diritti dei popoli. Per Lelio Basso, la Carta d’Algeri – scrive Chiara Bonifazi – «avrebbe dovuto inaugurare l’epoca della parità dignità tra i popoli», per Linda è «l’alba di un tempo nuovo». E di un’attività che, in forme e modi diversi, continua ancora oggi, dall’ufficio di via della Dogana Vecchia a Roma, quella «finestra sul mondo» da cui sono passati molti protagonisti del Novecento. Grazie a Linda Bimbi e a Ruth e Monica, parte di quella piccola comunità di ex «suore comuniste» che ha poi deciso di «vivere nel mondo», raccogliendo e trasmettendo l’eredità internazionalista di Lelio Basso.
Il libro verrà presentato dall’autrice lunedì 21 settembre alle 17.30 alla Fondazione Basso a Roma, insieme a Luciana Castellina, Elena Paciotti, Enrico Pugliese,Gianni Tognoni.