Qui a Pompei abbiamo cambiato pagina» spiegava ieri il ministro Dario Franceschini in occasione della conclusione del restauro della Villa dei Misteri: due anni di lavoro finanziati non dal Grande progetto Pompei ma dai fondi ordinari della Soprintendenza (900mila euro).

Si tratta di una delle domus più interessanti del sito: scoperta ai primi del ’900, portata poi interamente alla luce nel 1930 da Amedeo Maiuri, il complesso ha subìto ripetuti interventi (come gli strati di cera utilizzati per preservare le pitture) che, nel corso del tempo, hanno scurito gli affreschi.

La sua particolarità è la commistione tra villa d’otium (risalente al I secolo a.C.) e villa rustica, poiché venne riconvertita dai proprietari in complesso agricolo per la produzione del vino: numerosi rimaneggiamenti si susseguirono fino al 79 d.C. Al momento dell’eruzione, erano ancora in corso lavori di adeguamento.

A rendere famosa la domus è la sala dei Misteri: il ciclo di affreschi che ne adorna le pareti racconta da un lato i riti iniziatici dionisiaci, dall’altro la preparazione della donna alle nozze. Gli interventi di restauro hanno coinvolto l’intero complesso (apparati decorativi, mosaici e pitture) degli oltre 70 ambienti in cui è articolata la villa, preceduti da indagini preliminari per verificare alterazioni cromatiche e incrostazioni prodottesi negli anni – termografia a infrarossi, radar, ultrasuoni, spettroscopia Raman per identificare la qualità del pigmento, i distacchi e le crepe, il degrado dei decori.

Interventi di consolidamento sono stati fatti agli intonaci e ai pavimenti con tessere in cocciopesto e lavapesto. Sul ciclo di pitture della sala dei Misteri la pulitura è stata effettuata con strumentazione laser, una tecnica effettuata per la prima volta su una serie così estesa di affreschi.

I restauri sono stati eseguiti dalla Atramentum srl, mentre la campagna di diagnostica è stata condotta in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la Christian-Albrechts Universitaet di Kiel. A maggio poi sarà possibile ammirare i calchi in gesso dei corpi delle vittime dell’eruzione, restaurati e riuniti nell’anfiteatro.

Il ministro ieri era entusiasta: «Abbiamo chiuso tre cantieri, altri tredici sono aperti, nove gare sono già avviate e quest’anno a vario titolo abbiamo assunto 85 persone. I visitatori nel 2014 sono aumentati di 200mila presenze. Abbiamo in programma moltissime iniziative, anche in occasione dell’Expo. Dopo aver dato prova, alla Comunità europea, di aver lavorato e speso bene le risorse, faremo nuove richieste all’Ue, che credo verranno gestite sempre dal Grande progetto Pompei».

Franceschini conta quindi di avere altri finanziamenti oltre i 105 milioni da spendere entro quest’anno.

Tutto bene? Dipende. Le assunzioni ci sono state ma, denuncia la Cgil Funzione pubblica, solo di personale precario: una parte è arrivata attraverso le agenzie interinali; 60 unità dall’Ales, società in house del ministero dei Beni culturali. I contratti variano da 6 mesi a un anno.

Sull’utilizzo dell’Ales hanno molti dubbi anche i deputati del Movimento 5 stelle, Luigi Gallo ha presentato un’interrogazione al ministro: la società guidata dall’ex soprintendente Giuseppe Proietti (il quale era anche nella commissione che avrebbe dovuto vigilare sui lavori che hanno sfregiato il Teatro grande di Pompei) dovrebbe mettere a frutto il proprio bacino di lavoratori, invece nelle attività affidate all’ente non vengono inseriti in organico. Scrive Gallo: l’Ales «assegna incarichi di consulenze esterne e assunzioni non in conformità al proprio statuto né in adeguamento a soddisfacenti principi di evidenza pubblica», provocando «l’aumento a dismisura dei costi di tale società».

Nella nota integrativa dell’anno 2012 la perdita fiscale residua era di 1.330.605 euro. Per quanto riguarda le gare d’appalto, l’anno scorso il Tar ha bloccato due cantieri (4 milioni e mezzo di euro) per il contenzioso tra due ditte, la Forte Costruzioni e Restauri e la Samoa Restauri.

Errata Corrige

L’articolo è stato modificato in data 5 aprile 2024 per il rispetto al diritto all’oblio di una parte interessata.