Ormai molti anni fa collaborai assiduamente al manifesto, trascinatovi da tre amici cari, Severino Cesari umbro come me, Gianni Riotta, palermitano «come me» e il bolognese Stefano Benni, anzi «Benni» senza altro. In compenso, fui io a trascinare Benni da Feltrinelli, che diventò la sua casa editrice di fiducia dopo un piccolo libro di poesie ironiche e cordiali, Prima o poi l’amore arriva. Da anni Benni è «fuori combattimento», assistito nel letto di una clinica da amici fedeli, nella sua Bologna. Ha, mi dicono, rari momenti di coscienza, ed è davvero doloroso che una mente così brillante, così attenta al...