Sfilandosi da sedicenti grandi mostre, grandi eventi, luoghi d’arte divenuti feticci da consumare – si pensi alla Fontana di Trevi circondata da nastri gialli per impedire un carico eccessivo di turisti oppure alla selva di mani alzate per un solo selfie davanti al dipinto famosissimo di qualche nostro museo – ecco sfilandosi da quello che sta facendo diventare il nostro paese un luna-park dell’arte si trovano delle vere e proprie perle. Più precisamente adesso, e in parallelo con la l’esposizione fiorentina La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue (curata da Tomaso Montanari e Dimitri Zikos e in collaborazione con l’Associazione Amici di Doccia, al museo del Bargello, fino al 1 ottobre), sparsi nel territorio di Sesto Fiorentino sono visibili 21 videoritratti di lavoratori della manifattura Richard Ginori.

MATILDE GAGLIARDO, autrice palermitana e fiorentina d’adozione (formazione da storica dell’arte alla Scuola Normale di Pisa) dal 2005 si occupa di filmare persone – artisti, scrittori, attori, musicisti ma anche studenti, estetiste, grafici – alle quali chiede di restare ferme, in posa per dieci lunghissimi minuti. Nell’ambito del rilancio del museo Ginori a Doccia – chiuso dal 2014 – questa volta Gagliardo ha chiesto di posare a un gruppo di lavoratori della fabbrica: i loro videoritratti scorrono a ciclo continuo oltre che a Firenze (libreria Feltrinelli, fino al 30 agosto e Biennale internazionale dell’antiquariato, Palazzo Corsini, dal 23 settembre al 1° ottobre) anche in luoghi radicatissimi nel territorio di Sesto Fiorentino e nella storia della Richard Ginori (biblioteca Ernesto Ragionieri, Sesto Fiorentino fino al 1° ottobre; Centro Sesto Coop. Fi, Sesto Fiorentino, fino al 16 agosto; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, fino al 1° ottobre; cantina Antinori, Bargino, Firenze, fino al 1° ottobre).

LA STORIA CHE RACCONTANO è una vicenda lunga, iniziata nella prima metà del XVIII secolo quando Carlo Ginori fondò la manifattura, una storia antica ma anche contemporanea: dai visi e nei loro occhi infatti passano le emozioni di chi oggi continua quella tradizione.
Alla fine di ogni ritratto, l’autrice chiede quali siano state le sensazioni e qui Elisa (Addetta pittorìa) dice di quanto sia orgogliosa di essere decoratrice a mano presso questa fabbrica, Ilde (Apprendista area sviluppo decori) racconta di come sia stato entusiasmante lavorare al progetto dei pappagalli, tutti dipinti a mano.
Tersilio (Maestro consulente pittorìa) e Susanna (Responsabile filettatura e aerografo) – rispettivamente 47 e 30 anni passati in azienda – parlano delle belle sensazioni avute nel riprodurre i grandi capolavori del passato. Lorenzo Ginori Lisci dice di quando, bambino, sentiva la sirena della fabbrica e guardava gli operai coi camici in pausa nel cortile. E poi c’è Piero. Ora in pensione, una vita passata alla Ginori (Maestro responsabile colaggio artistico): l’autrice sceglie di ritrarlo a casa e lui quasi commosso ci racconta di quanto sia fondamentale che il museo di Doccia continui a vivere poiché, ci dice, senza il museo perdiamo la memoria e la storia.