Non è un caso che Giovanni Testori venga oggi così di frequente messo in scena, per merito dell’Associazione Testori che ha rilevato e ne sorveglia i diritti. Ecco allora Edipus ala estrema e punto di svolta della drammaturgia testoriana, di cui Roberto Trifirò coglie oggi nella sua rigorosa interpretazione i valori più attuali, senza sminuirne né l’inventiva linguistica né il cortocircuito narrativo che fa oscillare l’azione tra finzione e realtà. L’attore fa emergere la lezione pirandelliana spesso sfiorata da Testori nel suo teatro. Un’oscillazione dunque non solo storico-temporale, ma anche di quotidianità spicciola, così presente nella sua topografia narrativa e teatrale: con il capocomico abbandonato da tutti sia nella scena che nella vita, e costretto a lavorare da solo interpretando tutti i personaggi della tragedia sofoclea. Al contorsionismo della parola Trifirò oppone e integra movimenti da clownerie beckettiane che abbagliano il triste e malinconico destino che lo attende. A Edipus, nato scarrozzante, emarginato dalla follia del suo tempo, non basta più la denuncia, come ammoniva lo stesso Testori nei suoi corsivi polemici, «ereditati» sul Corriere alla morte di Pasolini.
Quei valori sempre attuali della lezione di Testori
A teatro. Fino al 19 aprile all'Out e Off l'«Edipus», messo in scena per merito dell'Associazione Testori

A teatro. Fino al 19 aprile all'Out e Off l'«Edipus», messo in scena per merito dell'Associazione Testori
Pubblicato 4 anni faEdizione del 6 aprile 2019
Fabio Francione, MILANO
Pubblicato 4 anni faEdizione del 6 aprile 2019