Questa volta non sarà necessario l’intervento delle truppe francesi per consentire a Alassane Ouattara di insediarsi nel palazzo presidenziale, come accadde nel 2010. L’ex esponente del Fondo monetario internazionale, 73 anni, si aggiudica come previsto al primo turno il suo secondo mandato alla guida della Costa d’Avorio.

Ultrafavorito nei sondaggi, man mano che i suoi avversari veri e presunti facevano un passo indietro, il presidente uscente ha ottenuto quasi l’84% dei voti. Alle urne si è recato il 54% degli aventi diritto, con un crollo drastico rispetto all’80% di affluenza registrato cinque anni fa. Tra i sette candidati che lo sfidavano il meglio piazzato (9%) è Pascal Affi N’Guessan, leader del partito fondato dall’ex presidente Laurent Gbagbo. Che è attualmente detenuto a L’Aja, accusato dalla Corte penale internazionale di «crimini contro l’umanità».

Proprio ieri è stato rinviato al 28 gennaio l’inizio del processo a carico suo e di Charles Blé Goudé, capo delle milizie che sostennero Gbagbo durante le violenze post-elettorali del 2010-2011. La prima udienza era fissata per il 10 novembre, ma la corte ha deciso il rinvio per esaminare il rapporto di un comitato di esperti sulle condizioni di salute dell’ex capo di stato.