Come si fa a interessarsi ad un libro in cui non vi è neanche una figura? L’artista Paola Pallottino avrebbe fatto – e in effetti fa- felici le Alice in Wonderland di tutto il mondo, con volumi pieni di immagini ma anche di parole che raccontano le figure, e figure che a loro volta non stanno buone nei libri ma escono a giocare. Non a caso l’artista dal multiforme ingegno è definita in tutte le note biografiche soprattutto con due qualifiche: illustratrice e paroliera, dispensatrice di disegni e segni. Brillantemente Maria Letizia Paiato, curatrice della mostra dedicata a Pallottino dall’Accademia delle Belle Arti di Macerata, con tante illustrazioni a disposizione ha scelto per la copertina del catalogo una figura ritagliabile: un serpente dalla livrea arancio e blu come gli abiti del Joker. Quasi per gioco si intitola l’allestimento visitabile a Macerata fino al 23 settembre, e comprende con tavole e pubblicazioni anche scenografie di cartone, lettere manoscritte e oggetti d’affezione, come si dice anche delle creature domestiche. Sanno di casa e di studio, di incipit, di settembre e cancelleria gli spazi raccolti di piazza Vittorio Veneto dove si addensa tutta l’esuberante vita lavorativa dell’artista figlia di etruscologo che il gioco della decrittazione del mondo lo ha respirato dall’infanzia. Manoscritti, tavole, scenografie nell’esposizione curata da Maria Letizia Paiato

SI È AGGIUNTA alla sorte di una mente nata colorata l’opportunità di avere un dirimpettaio di nome Aldo Palazzeschi, primo corrispondente e critico delle liriche di Paola Pallottino ragazzina. La si immagina allora sonora e birba come Zaziè nel metrò, l’autrice delle canzoni 4/3/1943 e Il Gigante e la Bambina, e di squillanti silent book come La Nave o il racconto a episodi Maria Moll Cappero che ha nei baloon rare lettere e molti disegni o vapore acqueo di nuvola. Coi suoi disegni Paola Pallottino ha accompagnato testi fantascientifici, scientifici e naturalistici (ha illustrato le copertine della rivista Galassia, la matematica moderna e leggi di Mendel) e seppur matita felicissima, perché capace e radiosa, il contributo forse più generoso che ha dato alla arti visive e alla cultura pop è quello ludico : non solo giochi e libri gioco, ma anche i passatempi nella foliazione del Corriere dei Piccoli. Divertissement apparentemente lievi che hanno la sostanza per sedimentarsi nella memoria di bambini felici che forse diventeranno adulti più indulgenti e attrezzati, capaci di destreggiarsi un po’ meglio nei labirinti della complessità matura dopo aver fatto pratica con quelli dentro le pagine di un settimanale; giochi per i giorni di pioggia buoni anche per quando il maltempo proverà ad essere uno stato d’animo.

OLTRE all’offerta di svaghi popolari di alta qualità, a Paola Pallottino si deve anche la divulgazione di testi (editi da Cappelli) sul tema dell’illustrazione, giusta ribalta a personalità artistiche fondamentali per la costruzione dell’immaginario iconografico nel nostro Paese: Duilio Cambelotti, SergioTofano, Mario Pompei, Antonio Rubino, Enrico Sacchetti tra gli altri. Gli artefici di un mondo di figure che ha educato lo sguardo di generazioni riempiendolo di senso e suggestioni.
Preziosissimi anche gli studi tematici su, per fare qualche esempio, Pinocchio, le ombre, la luna, la Bella Addormentata connessa alla rappresentazione antica dell’Annunciazione, in un procedere per cataloghi, indizi grafici che seguono le visioni di Aby Warburg e anticipano la fame compilatoria dei visual social, la frenetica giustapposizione dei post fotografici, moderno gioco e racconto di sé che potrebbe essere più bello e consapevole, se avesse alle spalle la frequentazione di fonti, fiabe, letture visive come quelle tracciate da Paola Pallottino.