La corsa verso l’alto dei nuovi casi positivi non si arresta. Ieri sono stati 947, contro gli 845 del giorno prima. Piccolo aumento anche nel numero delle vittime, passate da sei a nove in 24 ore. Le persone ricoverate sono 988, 37 più di giovedì, di cui 69 in terapia intensiva.

LA REGIONE CON PIÙ CASI è stata la Lombardia, dove se ne sono contati 174, davanti al Lazio, che con 137 casi è ormai da giorni una delle regioni più colpite. Ancora una volta, la maggioranza dei casi riguarda persone rientrate dalle ferie e oltre un terzo si è infettato in Sardegna.

«Si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero», commenta il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta nel presentare il rapporto settimanale della fondazione. I 3.399 nuovi casi della settimana 12-18 agosto costituiscono un valore superiore al 140% rispetto a un mese prima. «La risalita nella curva dei contagi – precisa Cartabellotta – desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi giorni (il 19 e il 20 agosto, ndr), peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi».

Non tutti i focolai dei vacanzieri sono composti da asintomatici, ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia. «Più di una persona in queste ore è stata ricoverata allo Spallanzani perché infettata al coronavirus proprio dai ragazzi rientrati dalle vacanze. Per cui mi rivolgo ai giovani invitandoli a comportarsi bene e se risultati positivi mantenete l’isolamento».

A SPINGERE IN ALTO I CASI sono anche i tamponi, ieri nuovamente oltre quota settantamila. A livello nazionale, risulta positivo poco più di un tampone su cento. In Sardegna il rapporto sale a uno su venti. Si tratta in gran parte di ragazzi contagiati da coetanei, e questo spiega perché i casi ospedalizzati in regione siano solo 13, nessuno dei quali in condizioni gravi.

DOPO LE DICHIARAZIONI allarmistiche di giovedì, il consulente del governo ed ex-presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi è tornato a previsioni prudenti al meeting di Rimini, escludendo l’eventualità di un nuovo lockdown ma dicendosi preoccupato per l’aumento dei focolai: «Questo non significa – ha detto Ricciardi – che la situazione sia fuori controllo. Siamo ancora in grado di controllarla perché più o meno i focolai sono mille in Italia, ma se diventano due o tremila non riusciamo più a controllarla». Anche il ministro Speranza era al meeting, dove ha fatto il punto sulla tenuta del servizio sanitario: «Alla fine il servizio sanitario nazionale ha retto, nonostante l’onda sia stata altissima. Bisogna mettere risorse con grande energia sul servizio sanitario nazionale» e mettere «un punto» alla stagione dei tagli sulla sanità.