In cima alle ragioni dell’Unesco nell’allarmare sulla probabilità che Venezia entri nella «lista nera» dei Patrimoni mondiali a rischio, come lo sono Timbuctù in Mali e Damasco in Siria, stanno il turismo ancora di massa e il calo progressivo dei residenti. Contro questo andazzo che mina la sopravvivenza stessa di Venezia, Ytali, l’associazione di giornalisti dell’omonima rivista online diretta da Guido Moltedo e con base nella Serenissima, ha riunito in un libro 33 ritratti di veneziani che resistono. È la nostra città (Streetlib, euro 12) offre uno spaccato di professionisti autoctoni o stranieri, ma residenti stabilmente qui, che si distinguono per talento e determinazione. Conoscitori delle tradizioni locali, le reinventano rendendosi degni eredi di chi ha costruito un habitat miracoloso.

NEL VOLUME RACCONTI in terza persona si alternano a interviste recenti e degli anni Ottanta, apparse sul manifesto. Luigi Nono parla con Franco Miracco degli anni clou del comunismo a Venezia e di Intolleranza 1960, azione scenica di un rifugiato in un campo di concentramento, presentata alla Fenice nel 1961. Per le nuove generazioni di musicisti Nono resta un modello riguardo la traduzione dei suoni in battaglie politiche. Segue l’intervista di Francesco Erbani a Daniele Del Giudice, che con Nono ha formato, per citare lo scrittore, «una pattuglia intellettuale di altissimo livello» e con «la componente viva di una classe operaia fortemente avanzata».
Presenza non appariscente ma costante, Del Giudice ricorda Fondamenta, l’iniziativa proposta al Comune per valorizzare la lettura come atto collettivo, che fornisce uno sguardo penetrante sulla realtà. A Venezia le spinte dal basso sono sempre arrivate anche da famiglie di lignaggio ed ecco la testimonianza intima di Pieralvise Zorzi delle lotte del padre Alvise. Voce autorevole e imparziale, discendente di procuratori, di un patriarca, perfino di un doge, Alvise Zorzi è stato un uomo coltissimo, autore di libri sulla storia di Venezia, assunto in Rai nel 1954 come direttore dei programmi culturali. Dopo l’alluvione del 1966, ha fondato e guidato per 26 anni l’associazione Acqua Granda. E insieme alla Municipalità ha bloccato il tentativo dell’Expo, con il documento Venice or Expo – it’s up to you.

FRA LE DONNE residenti scomparse, due si imprimono nella memoria: Franca Polacco, «Madame Jersey», regina veneziana della moda, e Olga Manente, la prima studentessa nera a Ca’ Foscari sotto il fascismo. Nata da un rapporto di madamato tra un militare italiano e un’eritrea, Olga è espressione di un passato colonialista che ha illuso l’Italia in conquiste effimere e dolorose. A Venezia è riuscita, malgrado le avversità, a laurearsi e a coronare il sogno di diventare insegnante.
Ma la Serenissima vanta anche il ristoratore per eccellenza, Arrigo Cipriani, sinonimo dell’Harry’s Bar noto urbi et orbi. In conversazione con Giovanni Leone, Cipriani spiega come ha mixato il caffè ottocentesco dai tavolini accostati con la trattoria tipicamente italiana e il bacaro dove l’«ombra» si accompagna al cicchetto. L’Harry’s Bar, che è anche un laboratorio alchemico, ha inventato nel 1948, per celebrare la pace, il miglior Martini cocktail del mondo, il Bellini, e nel 1963 il carpaccio, in onore del pittore veneziano più amato da Cipriani, per la contessa Amalia Nani Nocenigo che non poteva mangiare carne cotta.

LA CARRELLATA di abitanti formidabili continua con Antonella Magaraggia, magistrata e prima donna presidente dell’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere e Arti in 210 anni, con Roberto Carlon, ottico ideatore di occhiali su misura, i MicroMega, realizzati esclusivamente con filo di titanio, senza viti, saldature o colle, leggeri ma resistentissimi. Ci sono poi Guido Capitanio e Davide Pusiol, liutai che espongono l’arte di creare strumenti a corda in legno; e Franco e Angela Sonzogno, inventori di sci in legno stagionato, lo stesso delle gondole, che vanno come un violino.
Fra i fuoriclasse nello sport spiccano Ciaci, il migliore regatante di voga alla veneta di sempre, e Luigi Divari, vogatore esperto e acquarellista che tramanda il suo sapere ambientale sulla laguna e depreca l’uso di barche dai motori potenti. Infine, Fabio Carrera, con Serendpt e Silvio Meazza con Crafted, una digital production hub, creano opportunità professionali incoraggiando lo smart working. Nell’epoca del lavoratore «agile», che può svolgere le proprie mansioni a distanza, chi non si trasferirebbe in una città, unica al mondo, dove dura una dimensione sociale a carattere relazionale delle più elevate? Il rimedio alla blacklist dell’Unesco è una seria politica per la casa.