L’opera lirica si va rivelando uno degli spettacoli che televisivamente meglio resistono all’astinenza forzata dalle platee. Meglio degli spettacoli teatrali, l’opera in tv offre evidentemente possibilità di piacere e gradimento per gli spettatori, superiore a quella di altre forme sceniche, liberando anche il genere dalle formalità sociali (e organizzative ed economiche) che la lirica fatica sempre ad evitare. Per quella che si può dire ormai «opera tv», bisogna riconoscere che non mancano le occasioni positive, e di grande fascino e attrattiva. Capaci di rovesciare anche le «gerarchie» (per costi e risonanza) che vedrebbero in testa i titoli e le regie (da Michieletto a Livermore, tanto per fare due nomi, benché impari) che fanno molto «ammodernamento» sostituendo e moltiplicando l’antico ciarpame, seppure con profusione di automobili o di telecamere.

I DUE FILM/OPERA di Martone, Barbiere di Siviglia e Traviata, fanno ormai testo di un’altra tendenza. Ma non mancano altri esempi promettenti. Uno si potrà vedere da domani alle 17, per un mese (streaming gratuito su www.iteatri.re.it), ed è un altro Barbiere rossiniano, realizzato al Valli di Reggio Emilia da Fabio Cherstich, con la direzione orchestrale di Leonardo Sini, i costumi sgargianti e divertenti di Arthur Arbesser (già stilista di Armani) e le scene, sempre traditrici come la realtà dell’opera, di Nicholas Bovay.
Il cast dei cantanti è tanto giovane quanto agguerrito, divertente e chiaramente divertito dal gioco drammaturgico. È un modo abbastanza diverso di raccontare un’opera, grazie anche alla cultura e alla fantasia del regista, che del resto aveva conquistato al melodramma un vasto pubblico nelle periferie di diverse città italiane, che aveva percorso con il suo Operacamion. Con notevole risposta, e successo.