Non nasconde, almeno in apparenza, dissidi tra Doha e il movimento islamico Hamas, da anni alleati di ferro, la decisione annunciata ieri dall’ambasciatore del Qatar per la Palestina, Mohammed al Amadi, che la monarchia del Golfo verserà da oggi in poi all’Onu e ad Ong umanitarie la sua donazione mensile per la popolazione della Striscia di Gaza. Inizialmente il passo era stato interpretato come una reazione al rifiuto del movimento islamico Hamas, che controlla Gaza, di accettare la donazione qatariota da 15 milioni di dollari, in polemica con le nuove condizioni poste da Israele per il trasferimento dei fondi. Ma l’ambasciatore, durante la conferenza stampa ieri a Gaza, ha accusato, senza nominarlo, il premier israeliano Netanyahu di aver cambiato le carte in tavolo rispetto a quanto stabilito e di aver utilizzato «per propri fini elettorali» le due precedenti consegne dei fondi del Qatar. Allo scopo, ha aggiunto, di creare l’impressione che esse fossero in cambio della fine delle proteste settimanali contro il blocco israeliano di Gaza cominciate il 30 marzo del 2018 lungo le linee di demarcazione tra la Striscia e lo Stato ebraico. Al Amadi infine ha affermato il sostegno del Qatar al diritto dei palestinesi a far sentire la propria voce con manifestazioni e proteste.

E le proteste a Gaza sono continuate anche ieri. Migliaia di palestinesi hanno raggiunto le barriere con Israele e il fuoco dei tiratori scelti ha ucciso a est di Rafah un 25enne, Iyab Abed, e ferito altre decine di palestinesi. Uno di questi, colpito nei pressi di al Bureij, è fin di vita. L’esercito israeliano ha anche spruzzato con acqua putrida i manifestanti per allontanarli. I palestinesi da parte loro hanno lanciato due ordigni rudimentali verso le barriere senza provocare feriti tra i militari. Sempre ieri, ma in Cisgiordania, un ragazzo16 enne, è stato ucciso dal fuoco dei soldati israeliani durante una manifestazione a Silwad, un villaggio non lontano da Ramallah.

Le autorità israeliane due giorni fa avevano parlato di piena disponibilità del governo Netanyahu a trasferire a Gaza i 15 milioni qatarioti per la popolazione civile e di un incomprensibile rifiuto di Hamas ad accettare i fondi. Una versione che i palestinesi contestano. La donazione, spiegano, è parte di un accordo raggiunto a novembre tra Tel Aviv e Doha che prevedeva l’invio a Gaza di 90 milioni di dollari del Qatar in sei tranches mensili. Le prime due consegne, in contanti, sono andate a buon fine. Qualche giorno fa le cose sono cambiate, per effetto, dicono gli israeliani, del ferimento di un soldato da parte di un tiratore scelto palestinese. Netanyahu ha quindi sollecitato condizioni più stringenti. Il primo ministro, anche allo scopo di apparire più rigido nei confronti di Hamas per ragioni elettorali, avrebbe chiesto che i fondi raggiungessero a Gaza con nuove modalità e sempre di venerdì in modo da contenere il più possibile le manifestazioni palestinesi contro il blocco. Da qui il rifiuto di Hamas e del Qatar.